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11 Giugno 2025 - 16:45
Il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani
Oggi, 11 giugno 2025, il Consiglio regionale della Toscana ha approvato una mozione presentata dal Gruppo del Partito Democratico (Pd), che impegna la Giunta a sospendere ogni tipo di relazione istituzionale, cooperazione e scambio commerciale con il governo israeliano. La decisione è arrivata in risposta alle persistenti violazioni del diritto internazionale umanitario da parte di Israele nella Striscia di Gaza, una posizione che si colloca nell’ambito di un percorso già intrapreso dalla Regione Toscana a sostegno della giustizia internazionale. La scelta è stata definita dal Partito Democratico come un "atto coraggioso" che ribadisce il principio che "non può esserci pace senza giustizia". "Non può esserci convivenza senza rispetto per i diritti umani", ha sottolineato il Pd della Toscana, precisando che la decisione è stata presa per sostenere i principi di giustizia e dignità per tutte le persone coinvolte nel conflitto israelo-palestinese.
La mozione che ha portato alla sospensione dei rapporti con Israele si inserisce in un contesto di crescente tensione legata alla situazione a Gaza. Nel mese di maggio, infatti, il Consiglio regionale aveva già preso una posizione forte denunciando le gravi violazioni del diritto internazionale umanitario, chiedendo il riconoscimento dello Stato di Palestina e proponendo la sospensione della vendita di armi a Israele. Inoltre, la mozione chiedeva di introdurre sanzioni contro i responsabili delle violenze a Gaza.
"Il nostro impegno è in favore di una soluzione pacifica e duratura per il conflitto israelo-palestinese, che può passare solo attraverso il rispetto dei diritti fondamentali di tutte le persone coinvolte", ha dichiarato Emanuele Fiano, rappresentante del Pd. "Questa scelta non è una condanna della gente di Israele, ma una presa di posizione contro il governo israeliano che, con la sua politica di aggressioni e violazioni dei diritti umani, impedisce la costruzione di una pace duratura. Vogliamo affermare il nostro sostegno per un futuro di due popoli, con diritti eguali e una pace giusta, che non può prescindere dalla fine delle violenze e dalla fine dell'occupazione", ha aggiunto Fiano.
A sostegno della mozione e della decisione presa, Giuseppe Conte, ex presidente del Consiglio e membro del Pd, ha commentato: "L’Italia deve essere un attore di pace, e non può più tacere di fronte alle violazioni che riguardano la dignità di milioni di persone, sia in Israele che in Palestina. La Toscana dà un esempio che altri dovrebbero seguire."
Il capogruppo del Pd in Consiglio regionale, Vincenzo Ceccarelli, ha affermato: "La nostra posizione su quanto avviene a Gaza è nota ed è diventata quella del Consiglio regionale che ha votato recentemente a larghissima maggioranza una nostra proposta", in cui si impegnava la Regione a sollecitare il Governo italiano affinché si attivasse a livello internazionale per il cessate il fuoco, la liberazione degli ostaggi israeliani, la fine delle violenze nei territori occupati, il pieno accesso agli aiuti umanitari e il riconoscimento dello Stato di Palestina in un’ottica di coesistenza pacifica tra due popoli e due Stati. I firmatari hanno precisato che tali provvedimenti non sono contro il popolo israeliano, ma contro il governo di Netanyahu, che si è finora mostrato sordo a ogni appello della comunità internazionale.
La mozione è stata approvata con 24 voti favorevoli e 7 contrari, tra cui quelli di Italia Viva, che ha espresso scetticismo riguardo all'efficacia dell'iniziativa. Il presidente della Regione, Eugenio Giani, ha dichiarato di non essere contrario a misure di boicottaggio, ma ha ribadito la necessità di distinguere tra il governo di Netanyahu e il popolo israeliano. Questa iniziativa si inserisce in un contesto più ampio di prese di posizione simili da parte di altre regioni italiane a guida centrosinistra, come la Puglia e l’Emilia-Romagna, che hanno già interrotto le relazioni istituzionali con Israele per condannare i bombardamenti dell’esercito israeliano nella Striscia di Gaza.
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