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Vivere in barca in Italia: sogno romantico o realtà possibile?

Dalla residenza anagrafica agli ormeggi sicuri: tutto quello che serve sapere per trasformare una house boat nella propria casa

Vivere in barca in Italia: sogno romantico o realtà possibile?

Tra stress urbano, traffico e ritmi insostenibili, l’idea di mollare tutto per una vita più lenta e immersa nella natura sta affascinando sempre più italiani. Una risposta concreta a questo desiderio può arrivare dal mare: vivere in barca è infatti una realtà possibile anche nel nostro Paese, a patto di rispettare alcune regole.

La diffusione delle house boat – barche attrezzate per essere vere abitazioni – non è più solo una moda nordica o anglosassone. Anche in Italia, sempre più persone scelgono di vivere sul mare, navigando o restando ormeggiati. Una scelta radicale, certo, ma che promette libertà, contatto con la natura e uno stile di vita più sostenibile.

In Italia non esiste alcuna legge che vieti di vivere stabilmente su una barca, ma ciò non significa che tutto sia semplice. Ogni cittadino italiano deve avere un luogo di residenza anagrafica: se la barca non è equiparabile a una casa fissa, è comunque possibile registrarsi come “senza fissa dimora”, indicando un domicilio virtuale. Questo può essere un indirizzo presso amici, parenti, o strutture previste dal comune di riferimento, solitamente legato al porto in cui si ormeggia più stabilmente.

Chi vive in barca deve anche rispettare le ordinanze della Capitaneria di porto, soprattutto per quanto riguarda le distanze minime dalla costa, le norme di sicurezza e l’accessibilità. L’imbarcazione deve essere abitabile e conforme alle norme vigenti, e l’ormeggio deve avvenire in porti turistici o commerciali certificati, capaci di garantire protezione da mareggiate e condizioni meteorologiche avverse.

Vivere in barca non è solo una scelta abitativa, ma un cambio di paradigma. Si rinuncia al superfluo per riscoprire tempi lenti, essenzialità, autonomia, spesso in connessione con la natura. Ma richiede anche spirito di adattamento, pianificazione e una certa familiarità con la navigazione e la gestione della vita a bordo.

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