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Economia e alimenti
23 Giugno 2025 - 18:40
Una volta simbolo della primavera italiana, oggi gli asparagi stanno diventando un prodotto di nicchia. Complice una stagionalità ristretta (il grosso delle vendite si concentra tra aprile e maggio) e un prezzo al chilo ben al di sopra della media ortofrutticola, il loro consumo si sta riducendo. Lo rivela un’analisi congiunta condotta da Italiafruit News e dall’Osservatorio YouGov Shopper, che fotografa il progressivo allontanamento degli italiani da questa prelibatezza verde.
Nel 2025 solo il 28,4% delle famiglie italiane ha acquistato asparagi, in netto calo rispetto al 32,8% di due anni prima. Un crollo che si fa ancora più evidente se confrontato con le verdure più popolari (come patate e pomodori, che sfiorano la copertura totale). La bassa frequenza di acquisto (appena 3 volte l’anno) è in parte spiegabile con la stagionalità, ma riflette anche un disinteresse crescente.
Dal 2023 al 2025, il costo medio per acquisto di asparagi è salito del 16%, passando da 3,66 a 4,25 euro. Nello stesso periodo, la spesa per le verdure in generale è invece calata. Anche le quantità acquistate si sono ridotte (-9%), con prezzi che arrivano a 7-8 euro al chilo anche in piena stagione. Il consumatore tende a riflettere di più prima di acquistare.
Il supermercato è il canale principale (con il 46,6% delle vendite), seguito dai discount (20,4%). Entrambi crescono, ma i mercati tradizionali mantengono una posizione solida per gli asparagi, sfiorando il 10% della quota. Una performance migliore rispetto ad altre verdure, forse per la percezione di maggiore freschezza o convenienza.
Il prezzo elevato fa sì che gli asparagi siano acquistati soprattutto da famiglie con reddito medio-alto e alto. In queste fasce il consumo è più stabile, mentre scende tra i più ricchi e le fasce a basso reddito. Cresce invece tra chi ha un reddito medio-basso, indicando una possibile evoluzione nelle scelte alimentari.
Il Nord Italia domina gli acquisti: Nord-Ovest (38,6%) e Nord-Est (27,2%) rappresentano quasi due terzi del totale. Una quota molto superiore rispetto al consumo medio delle verdure. Il Sud e le Isole restano invece indietro, complice una minore capacità di spesa e differenze culturali.
Gli asparagi, sempre più cari e consumati da una minoranza, sembrano destinati a scomparire dalle tavole della famiglia media italiana, diventando un lusso stagionale. Un trend che riflette le nuove dinamiche dell’ortofrutta in epoca inflattiva: meno quantità, più selezione, più disuguaglianze.
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