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Stipendi in Italia 2025: chi guadagna di più (e chi di meno) secondo gli studi economici

Il nuovo report svela tendenze, retribuzioni e skill più richieste nel mercato del lavoro: ecco cosa aspettarsi

Stipendi in Italia 2025: chi guadagna di più (e chi di meno) secondo gli studi economici

Lavoratori sempre più esigenti, aziende sempre più in difficoltà. Il nuovo Studi di retribuzione 2025 di Page Personnel Italy fotografa un’Italia in cui il nodo stipendi è tutt’altro che sciolto. Lo studio, che analizza retribuzioni lorde annuali e trend di assunzione in numerosi settori (dal marketing all’ingegneria, fino alla GDO), mostra uno scenario segnato da tensioni tra aspettative dei dipendenti e vincoli economici aziendali.

Una dinamica che riflette un malessere di fondo: secondo l’OCSE, l’Italia è tra i Paesi che non hanno adeguato gli stipendi negli ultimi 30 anni. E mentre il costo della vita cresce, la richiesta di salari più alti si fa sentire in ogni comparto.

Secondo lo Studio Talent Trends 2024, più della metà dei lavoratori italiani (53%) valuta nuove opportunità lavorative mettendo lo stipendio al primo posto. Il 47% si dice insoddisfatto della propria retribuzione e cerca attivamente nuove occasioni. A questo si aggiunge un 37% che ha provato a chiedere un aumento, spesso senza successo. Non è solo questione di soldi: il desiderio di essere valorizzati conta tanto quanto il portafoglio.

Secondo Page Personnel, le retribuzioni più alte toccano i 150.000 euro lordi annui (bonus esclusi), e riguardano ruoli apicali come Direttore Commerciale, Marketing, Category o Real Estate nel settore Retail e GDO, oltre a figure di Private Equity Manager nel mondo dell’Investment Banking. Mansioni strategiche, dove la leadership è centrale e la responsabilità enorme.

Sul versante opposto, le retribuzioni più basse si aggirano attorno ai 21.000 euro lordi annui, in particolare per ruoli come Receptionist o Front Office Assistant, spesso inseriti nel supporto amministrativo e nel customer service. Un gap retributivo che sottolinea la distanza tra posizioni entry-level e figure manageriali.

Tra le hard skill più ricercate emergono:

  • Competenze digitali e tecnologiche, soprattutto in automazione e gestione dati.

  • Conoscenza dell’intelligenza artificiale, utile per ottimizzare i processi aziendali.

  • Leadership e project management, fondamentali per gestire team e commesse complesse.

Le soft skill vincenti? Problem solving, capacità decisionale rapida e intelligenza relazionale. Lo scenario è in evoluzione. Entro il 7 giugno 2026, anche in Italia dovrà essere recepita la direttiva UE sulla trasparenza retributiva, che punta a più equità salariale e maggiori diritti per i lavoratori. In attesa che la pensione diventi realtà, questo report può diventare uno strumento utile per chiedere aumenti, promozioni o semplicemente più chiarezza contrattuale. Perché se è vero che il lavoro nobilita, è anche vero che a fine mese, i conti devono tornare.

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