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Olio usato, l’Italia punta sull’economia circolare: 98% rigenerato nel 2024

Conou ottiene risultati sopra la media Ue e guarda all’estero per esportare il modello

Olio usato, l’Italia punta sull’economia circolare: 98% rigenerato nel 2024

Immagine di repertorio

Nel 2024 l’Italia ha raggiunto un nuovo traguardo nella gestione sostenibile degli oli lubrificanti usati: ne sono state raccolte 188mila tonnellate, in aumento rispetto alle 183mila del 2023. Il dato emerge dal Rapporto di sostenibilità del Conou, il consorzio che coordina il riciclo degli oli minerali esausti, fondamentali per il funzionamento dei motori a combustione.

Di queste, ben il 98% è stato rigenerato, una performance ben oltre la media europea ferma al 61%. I maggiori contributi arrivano dal Nord Italia, con la Lombardia in testa (21%) seguita dal Veneto (11%). Il Centro copre il 18% della raccolta, con Lazio (7%) e Campania (8%) tra i più attivi, mentre Sud e Isole rappresentano il 26%.

Il sistema è gestito da 58 concessionari che nel 2024 hanno servito oltre 103mila produttori di rifiuto, ritirando l’olio usato tramite quasi 7mila conferimenti. Il 12% del materiale raccolto proviene da attività industriali, l’88% da officine meccaniche. La filiera si completa con due imprese e tre impianti di rigenerazione.

Dal punto di vista economico e occupazionale, il sistema ha generato un impatto diretto di 73,4 milioni di euro e garantito lavoro a oltre 1.850 persone. Nonostante una leggera flessione rispetto all’anno precedente, il modello Conou (indipendente, senza fini di lucro e basato sulla responsabilità estesa del produttore) continua a distinguersi a livello internazionale.

«Il nostro olio rigenerato è di qualità pari a quello da fonte petrolifera», ha dichiarato il presidente Riccardo Piunti, sottolineando l’interesse crescente da parte di Paesi europei ed extraeuropei per il modello italiano. «Siamo pronti a esportarlo e a collaborare con chi desidera replicarlo».

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