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La decisione
27 Giugno 2025 - 17:55
Apple prova a rimettersi in carreggiata in Europa e lo fa con un cambiamento strutturale al proprio App Store. La multinazionale di Cupertino ha annunciato una revisione delle tariffe e delle condizioni per gli sviluppatori operanti nell’Unione Europea, un adeguamento che arriva dopo la pesante sanzione da 500 milioni di euro inflitta ad aprile dalla Commissione Europea per violazioni al Digital Markets Act (DMA).
Il cuore della riforma riguarda la Store Services Fee, la tariffa applicata agli acquisti in-app. Con il nuovo modello, gli sviluppatori potranno scegliere tra due opzioni. Il primo livello prevede una commissione ridotta al 5%, ma offre solo funzionalità di base, come recensioni, etichette sulla privacy e assistenza Apple. Tuttavia, mancano alcune funzioni strategiche, come gli aggiornamenti automatici e i download in background, strumenti spesso essenziali per la visibilità e il funzionamento delle app. Il secondo livello comporta una commissione del 13%, ma offre accesso completo a tutte le funzionalità dell'ecosistema App Store. Le app saranno inizialmente assegnate a questo livello, ma gli sviluppatori avranno la possibilità di declassarle manualmente.
Tim Sweeney, CEO di Epic Games e tra i più accesi critici di Apple, ha già bocciato il nuovo sistema, definendolo punitivo per chi sceglie l’opzione più economica. Un commento che riaccende la tensione nella lunga battaglia legale tra Epic e Apple.
Ma le novità non si fermano qui. Apple introdurrà anche la Core Technology Commission, una tariffa del 5% sugli acquisti esterni effettuati tramite app distribuite su iOS. Si aggiunge alla già nota Core Technology Fee (0,50 € per ogni installazione oltre il milione), destinata a chi adotta le condizioni alternative di distribuzione. Dal 1° gennaio 2026 queste due voci confluiranno in un’unica struttura tariffaria, valida anche per gli store alternativi autorizzati.
La Commissione Europea, che ha già condannato Apple per le restrizioni imposte agli sviluppatori nell’indirizzare gli utenti verso metodi di pagamento esterni (le cosiddette pratiche anti-steering), resta vigile. Oltre alla multa di aprile, è in corso un’indagine separata sulle commissioni applicate ai marketplace alternativi. Secondo Bruxelles, Cupertino non avrebbe fornito giustificazioni sufficienti.
Apple, dal canto suo, ha annunciato l’intenzione di ricorrere contro la sanzione, sostenendo di non condividere le conclusioni dell’Antitrust europeo. Ma il tempo stringe: se non paga entro il mese prossimo, scatteranno anche gli interessi.
Il Digital Markets Act punta a spezzare i monopoli digitali e a restituire spazio alla concorrenza. Apple risponde con una riforma che, per molti, sa più di strategia difensiva che di apertura reale. La Commissione dovrà ora valutare se le nuove condizioni siano sufficienti per rispettare lo spirito della legge.
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