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Il matrimonio dell'anno

Regali di nozze? Jeff Bezos ha preferito donare 3 milioni di euro alla città di Venezia

La coppia ha indirizzato gli ospiti a scegliere tra UNESCO Venice Office, CORILA e Venice International University, sostenendo cultura, laguna e ricerca

Regali di nozze? Jeff Bezos ha preferito donare 3 milioni di euro alla città di Venezia

Nonostante i veneziani gli abbiano opposto costante resistenza per il suo matrimonio, Jeff Bezos ha voluto porgere l'altra guancia e lasciare un segno concreto del suo passaggio in Laguna. Per le nozze da favola con Lauren Sánchez, celebrate venerdì 27 giugno sull’isola di San Giorgio Maggiore, il miliardario americano ha chiesto agli ospiti di non portare regali, ma di effettuare donazioni a favore di Venezia.

Una scelta tutt’altro che simbolica: Bezos e Sánchez hanno individuato tre realtà locali da sostenere economicamente. Tra queste:

  • l’ufficio veneziano dell’UNESCO,

  • il CORILA, consorzio per la tutela della laguna,

  • e la Venice International University, istituzione dedicata a studi e ricerca sulla sostenibilità.

Secondo Vanity Fair, la coppia avrebbe anche donato personalmente circa 3 milioni di euro alla città, una cifra che — tra gesti di beneficenza e spese per i fornitori locali — ha avuto un impatto economico immediato e visibile.

I festeggiamenti blindati e le proteste

Il matrimonio, celebrato con un livello di privacy da jet set internazionale, ha attirato nella Serenissima un parterre di star: Oprah Winfrey, Kim Kardashian, Bill Gates e perfino Shania Twain. Tuttavia, non sono mancate le contestazioni: cartelli, manichini anti-Bezos e critiche contro l’ennesimo evento “privato” che si appropria di Venezia.

Il sindaco Luigi Brugnaro, pur difendendo l’accoglienza della città, ha cercato di rassicurare i residenti parlando di disagi minimi e sottolineando il ritorno economico derivante dalla presenza di Bezos.

Un matrimonio “alla Bezos”, ma con attenzione al territorio

La scelta di non ricevere regali personali e di coinvolgere artigiani e fornitori locali (tra cui la storica pasticceria Rosa Salva e fornitori di vetro di Murano) è stata vista da molti come un tentativo — riuscito o meno — di restituire qualcosa alla città ospitante, in un clima non certo idilliaco.

Un gesto che, almeno nelle intenzioni, vuole coniugare il glamour con la responsabilità. E che rilancia un dibattito già aperto da tempo: può il turismo di lusso portare valore reale ai territori che ospita, o finisce per cannibalizzarli?

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