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L'allarme
01 Luglio 2025 - 22:40
Un esemplare di Panace di Mantegazza (Heracleum mantegazzianum) è stato ritrovato nei boschi della provincia di Varese. La notizia dell'avvistamento è giunta da una segnalazione sul gruppo Facebook "Gruppo WWF Sentiero dei Castagni – Belgirate e dintorni". Finora, la sua presenza era stata documentata principalmente in diverse zone della Lombardia, come il bergamasco e il bresciano, ma questo ritrovamento estende ulteriormente la sua area di diffusione. Ma di che pianta si tratta esattamente, come si riconosce e quali sono i rischi per le persone?
Conosciuta ufficialmente come Heracleum mantegazzianum, questa è una specie di pianta erbacea, aliena invasiva e fototossica. Originaria del Caucaso, fu importata in Europa alla fine del XIX secolo come pianta ornamentale. Tuttavia, data la sua capacità di diffondersi con molta rapidità, si è insediata anche in ambienti selvatici. Nel nostro Paese, il Panace di Mantegazza è stato ritrovato in alcune regioni del nord Italia, tra cui appunto la Lombardia.
Il Panace di Mantegazza prospera ai margini delle foreste, nei prati, vicino alle rive di fiumi e laghi e ai bordi di sentieri. Si tratta di una pianta di grandi dimensioni, capace di raggiungere anche i 4 metri di altezza. Come descritto sul sito dell'Orto Botanico di Bergamo Lorenzo Rota, presenta fusti vigorosi e foglie grandi, seghettate e profondamente divise, solitamente in 3 o 5 segmenti con divisioni meno profonde. I piccioli sono pieni di aculei, mentre le infiorescenze, che compaiono tra giugno e agosto, sono di colore bianco e raggruppate a forma di ombrella, con un diametro che può arrivare a circa 50 cm.
Oltre a essere una specie aliena invasiva, e quindi dannosa per la biodiversità e la flora locale, il Panace di Mantegazza presenta rischi significativi anche per la salute delle persone. A contatto con la pelle, la sua linfa, esposta alla radiazione solare diretta o ai raggi UV contemporaneamente o successivamente, provoca ustioni e infiammazioni cutanee, con lesioni bollose che possono lasciare cicatrici permanenti. Se la linfa dovesse venire a contatto con gli occhi, può causare cecità temporanea o permanente.
Questo è dovuto alla presenza, nelle foglie, nei fiori, nei semi, nel tronco e nelle radici, di una classe di sostanze organiche chiamate furanocumarine. Queste sono in grado di penetrare nel nucleo delle cellule epiteliali dell'epidermide e legarsi al loro DNA, causandone la morte. In caso di contatto con la linfa, è fondamentale risciacquare abbondantemente l'area colpita con acqua e sapone, evitare di esporsi al Sole e consultare immediatamente il proprio medico.
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