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Vendemmia 2025 in Piemonte: previsioni positive, ma restano criticità fitosanitarie

La stagione viticola piemontese affronta sfide climatiche e fitosanitarie, ma promette una qualità eccellente

Vendemmia 2025 in Piemonte

Le prospettive per il comparto vitivinicolo piemontese si presentano nel complesso favorevoli

A poco più di un mese dall’inizio previsto della vendemmia 2025, le prospettive per il comparto vitivinicolo piemontese si presentano nel complesso favorevoli. Secondo le valutazioni tecniche aggiornate, la stagione vegetativa ha registrato un avvio leggermente ritardato rispetto al 2024, ma comunque in anticipo sulla media storica. Attualmente, i grappoli sono in fase di rigonfiamento, mentre l’inizio dell’invaiatura – ovvero la fase di cambiamento di colore degli acini – è attesa nelle prossime due o tre settimane.

Il clima instabile di fine maggio e inizio giugno, caratterizzato da piogge e temperature inferiori alla media, ha imposto una gestione attenta dei vigneti. Nonostante ciò, la qualità attesa dei grappoli è buona, mentre le previsioni sulla quantità di uva indicano un potenziale calo produttivo rispetto allo scorso anno. Alcuni produttori stanno valutando interventi di diradamento dei grappoli per migliorare la qualità finale, contenendo la sovrapproduzione in alcune zone.

Dal punto di vista fitosanitario, il rischio maggiore emerso finora è stato quello legato alla Peronospora (Plasmopara viticola), favorita dalle abbondanti piogge primaverili. Più recentemente, l’attenzione si è spostata sull’oidio (Uncinula necator), le cui condizioni ideali di sviluppo – alte temperature e umidità – si stanno concretizzando in alcune aree della regione.

Un aggiornamento significativo riguarda la flavescenza dorata, malattia causata da un fitoplasma e trasmessa dall’insetto vettore Scaphoideus titanus. Secondo quanto riferito dal Servizio Fitosanitario della Regione Piemonte e confermato da una riunione interregionale svoltasi a fine marzo, la diffusione della malattia sembra essersi stabilizzata, almeno temporaneamente. I casi rimangono localizzati nel Nord Italia, senza estensioni oltre l’Emilia-Romagna e la Toscana. Tuttavia, le autorità sanitarie e le organizzazioni agricole ribadiscono la necessità di mantenere alta l’attenzione, applicando trattamenti obbligatori, eseguendo monitoraggi regolari e rimuovendo tempestivamente le piante sintomatiche.

La viticoltura piemontese, che rappresenta una delle componenti fondamentali del sistema agroalimentare regionale, si appresta quindi ad affrontare una vendemmia che, dal punto di vista qualitativo, mostra potenzialità interessanti. Tuttavia, il contesto rimane delicato per via delle fitopatie, dei costi di produzione crescenti e della necessità di adottare pratiche sostenibili. I prossimi trenta giorni saranno cruciali per determinare l’effettiva resa del raccolto, sia in termini quantitativi che qualitativi.

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