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Elio e le storie tese, "abbiamo introdotto l'autotune...per il nostro pubblico stonato", ecco le dichiarazioni per il Concertozzo

A Bassano del Grappa torna l’evento di Elio e le Storie Tese che unisce spettacolo e inclusione. Dal progetto PizzAut a nuove realtà sociali, il Concertozzo è molto più di un concerto

Elio e le storie tese, "abbiamo introdotto l'autotune...per il nostro pubblico stonato", ecco le dichiarazioni per il Concertozzo

Il Concertozzo non è solo un festival musicale, ma un laboratorio sociale a cielo aperto. Nato nel 2021 da un’idea del Trio Medusa per celebrare la fine della pandemia, è oggi alla quarta edizione e si svolgerà il 5 luglio (con anteprima il 4) al Bassano Music Park. L’obiettivo: dare spazio a chi è ai margini, con musica, talk e storie vere.

Al centro c’è PizzAut, progetto simbolo di inclusione lavorativa per ragazzi autistici. Elio lo racconta come una vera “rivoluzione dal basso”: «Non sono più un costo, ma una risorsa. Lavorano, si spostano da soli, pagano le tasse». E aggiunge: «Le istituzioni? Ancora troppo assenti».

Inclusione concreta, non retorica

Dalla gestione del cibo nei concerti alle testimonianze come quella di un ragazzo autistico diventato garante per il mutuo della sorella, il Concertozzo mostra come l’inclusione possa funzionare davvero. E quest’anno si amplia a nuove disabilità, con la partecipazione del fondo Do.P.O. per protesi ortopediche anche in zone di guerra.

Elio, Faso e Cesareo sottolineano come il lavoro dia indipendenza e dignità, e criticano le aziende che preferiscono pagare multe piuttosto che assumere persone disabili. Solo in Lombardia, nel 2024, le sanzioni hanno superato gli 80 milioni di euro.

Più informazione, meno stereotipi

Tra musica (senza Auto-Tune, come provocatoriamente annuncia Faso) e dibattiti, il Concertozzo è anche un’occasione per fare informazione. «Sull’autismo c’è troppa confusione. Servono competenze vere, non slogan», spiega Elio, che parla anche della propria esperienza di genitore.

Il messaggio è chiaro: l’inclusione non è assistenzialismo, ma una risorsa per tutti. E il cambiamento, se non arriva dall’alto, può partire dal basso. Magari da un palco.

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