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Igiene

Sporcizia invisibile: ecco gli oggetti più sporchi con cui abbiamo a che fare ogni giorno

Oggetti insospettabili e superfici di uso quotidiano possono nascondere più batteri della tavoletta del wc: ecco dove si annidano i germi in casa e fuori.

Sporcizia invisibile: ecco gli oggetti più sporchi con cui abbiamo a che fare ogni giorno

Non serve essere maniaci dell’igiene per rabbrividire all’idea di maneggiare oggetti pieni di batteri o muffe. Eppure, ogni giorno entriamo in contatto proprio con questo tipo di sporcizia invisibile, spesso nascosta nei posti più impensabili. A casa, al lavoro, e persino sugli oggetti che portiamo sempre con noi, come lo smartphone o le chiavi.

Lo sporco, infatti, si annida là dove non penseremmo mai: non solo sulle superfici che appaiono visibilmente sporche, ma anche – e soprattutto – su quelle che consideriamo apparentemente pulite. Un esempio clamoroso? Le spugnette per i piatti. Secondo il professor Matteo Bassetti, direttore del reparto di Malattie Infettive al San Martino di Genova, contengono più batteri di quanti se ne trovino nelle feci umane.

Ma non sono l’unica trappola igienica che ci circonda. Ecco una rassegna dei luoghi e degli oggetti più sporchi della nostra quotidianità, secondo diversi studi scientifici tra cui quelli della National Sanitation Foundation (NSF).

1. Lo smartphone: sempre in mano, mai pulito

Lo usiamo in continuazione, ovunque: al lavoro, a tavola, a letto… e spesso anche in bagno. Ed è proprio qui che il nostro inseparabile telefono cellulare si trasforma in un vero e proprio veicolo di contaminazione. Uno studio estone, infatti, ha analizzato i telefoni di 27 studenti liceali, trovando su di essi quantità di batteri paragonabili a quelle presenti sulla tavoletta del water. Tra i principali contaminanti identificati: Enterococcus faecalis, Escherichia coli, ma anche Staphylococcus aureus e Pseudomonas, batteri potenzialmente patogeni. Il motivo? Molti usano lo smartphone anche mentre sono sul WC, contaminando il dispositivo in modo diretto.

Soluzione: una semplice pulizia quotidiana con alcool isopropilico o salviette disinfettanti può eliminare buona parte dei batteri. 

2. Il porta spazzolino: umidità e batteri a portata di bocca

È lì, accanto al lavandino, e ospita lo strumento che ci infiliamo in bocca più volte al giorno. Ma il porta spazzolino è, secondo la NSF, il terzo oggetto più contaminato delle case americane. La ragione? Rimane umido, viene raramente pulito in profondità, e ospita residui di dentifricio e acqua stagnante, oltre che di cibo. Il tutto lo rende un ambiente ideale per la il proliferare incontrollato dei batteri.

Soluzione: lavarlo regolarmente con acqua calda e disinfettante, e lasciarlo asciugare completamente ogni giorno.

3. Le manopole del lavandino: mani sporche, batteri assicurati

Prima di lavarci le mani, dobbiamo toccare proprio loro: le maniglie del rubinetto. Non sorprende quindi che la NSF le abbia classificate tra le superfici più contaminate del bagno. In particolare, le concentrazioni batteriche sono risultate 100 volte superiori a quelle della tavoletta del water. Eppure, sono davvero molti quelli che ignorano la necessità di pulirle regolarmente.

Soluzione: disinfettarle ogni volta che si pulisce il bagno.

4. Cucina: i batteri si annidano nel cibo

Luogo sacro per la preparazione dei pasti, ma anche regno nascosto di germi e microorganismi. In cucina, tre oggetti in particolare risultano particolarmente contaminati:

  • Il tagliere, utilizzato spesso per alimenti crudi, è un habitat ideale per i batteri, specialmente se non viene igienizzato dopo ogni utilizzo. Spesso presenta più carica batterica della tavoletta del WC.
  • Il top della cucina, continuamente esposto a briciole, umidità e residui organici, risulta tra i punti con maggiore concentrazione di batteri.
  • La maniglia del forno, spesso dimenticata durante le pulizie, occupa un posto insospettabile nella classifica degli oggetti contaminati.

Soluzione: pulizia quotidiana con prodotti antibatterici, con una maggiore attenzione dopo aver maneggiato carne cruda.

5. Le chiavi di casa: viaggiatrici invisibili del contagio

Le chiavi sono con noi in ogni momento della giornata: in metropolitana, al bar, sul cruscotto dell’auto, poi le infiliamo in tasca o le appoggiamo sul tavolo della cucina. Eppure, raramente ci viene in mente di pulirle. Analisi di laboratorio, infatti, dimostrano che sulle chiavi si trovano in media circa 20 Cfu (unità formanti colonia) per cm², un dato doppio rispetto a quello rilevato sugli schermi degli smartphone o sulla tavoletta del WC.

Soluzione: igienizzarle periodicamente con una salvietta disinfettante o un panno imbevuto d’alcol.

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