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Curiosità

I semi dell’anguria: da fastidio a fonte di benessere

Pieni di nutrienti e perfetti anche come snack. Ecco come trasformare un “problema” in risorsa.

I semi dell’anguria: da fastidio a fonte di benessere

Con l’arrivo dell’estate, l’anguria torna a colorare e rinfrescare le tavole italiane. Dolce e dissetante, è infatti tra i frutti più apprezzati della stagione. A chi, poi, non è mai capitato di mangiare per sbaglio uno dei piccoli semi neri dell’anguria e chiedersi: ma fanno male o si possono mangiare tranquillamente? La risposta sorprende: quei semini, spesso considerati un fastidio, nascondono in realtà interessanti proprietà nutrizionali.

Non solo commestibili, ma anche nutrienti

Se fino a qualche anno fa i semi venivano sistematicamente eliminati, oggi si comincia a guardare a loro in modo diverso. Nonostante le numerose varietà di anguria senza semi abbiano semplificato la vita a molti, i semi “classici”, soprattutto quelli neri e maturi, sono in realtà del tutto commestibili e ricchi di sostanze benefiche.

Essiccati e tostati, diventano una fonte preziosa di:

  • Proteine vegetali, circa 8–10 grammi in una manciata da 30 grammi;
  • Grassi buoni, come mono e polinsaturi, utili alla salute cardiovascolare;
  • Minerali fondamentali come magnesio, ferro, fosforo, zinco e potassio;
  • Vitamine del gruppo B, importanti per metabolismo ed energia.

I semi d’anguria si possono quindi mangiare, ma come? Nonostante si possano consumare anche crudi, è anche possibile tostarli: in questo modo, diventano croccanti e saporiti, snack perfetti da sgranocchiare da soli o da aggiungere a insalate, yogurt, muesli o piatti salati per un tocco proteico e nutriente.

Nonostante i numerosi benefici, è comunque meglio non esagerare: i semi, soprattutto se tostati con olio o sale, sono piuttosto calorici. Inoltre, consumarne troppi interi senza masticarli adeguatamente potrebbe causare anche disturbi digestivi.

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