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Social & Privacy
07 Luglio 2025 - 22:54
Meta – l’azienda che controlla Instagram, Facebook e WhatsApp – ha comunicato la novità a metà giugno, specificando che i contenuti di questi profili saranno automaticamente indicizzati, a meno che non venga esplicitamente negato il consenso. Chi non l’ha fatto in tempo, può ancora revocarlo manualmente dalle impostazioni dell’app, nella sezione “Privacy dell'account”, deselezionando la voce “Consenti di mostrare foto e video pubblici nei risultati dei motori di ricerca”.
La novità non è del tutto inedita: capita già di trovare contenuti di Instagram su Google, ma fino a oggi la piattaforma chiedeva ai motori di ricerca di non indicizzare i contenuti. La richiesta però non si applica ai post pubblicati dopo il 1° gennaio 2020 da utenti maggiorenni con account professionale e profilo pubblico.
L’indicizzazione funziona così: se il nome dell’account o le parole nella didascalia corrispondono a quanto cercato, il contenuto potrà comparire nei risultati.
Meta ha anche ricordato che le informazioni dei profili pubblici potranno essere usate «a discrezione» dei motori di ricerca. Una mossa che riapre il dibattito sul controllo dei dati personali e sulla consapevolezza (spesso scarsa) che gli utenti hanno del destino delle proprie informazioni online.
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