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Adolescenti e social

Meta approva la direzione presa da UE per innalzare l'età digitale

L'azienda di Facebook e Instagram dice sì ad una maggiore tutela degli adolescenti ma si dichiara sfavorevole ai blocchi totali

Meta approva la direzione presa da UE per innalzare l'età digitale

Viviamo in un mondo sempre più connesso, dove anche i più giovani iniziano a esplorare il web in tenera età. Ma chi garantisce che lo facciano in sicurezza? L’Unione Europea sta affrontando una sfida importante: introdurre una maggiore età digitale comune a tutti i Paesi membri, un’età minima per accedere ai servizi digitali – social media inclusi – con il consenso attivo dei genitori.

Una proposta per proteggere davvero i più giovani

L’obiettivo è semplice: offrire ai ragazzi un ambiente online più sicuro, costruito su regole chiare e condivise. L’idea è quella di definire un’età digitale minima – sulla falsariga della maggiore età anagrafica – oltre la quale i minori possano accedere autonomamente alle piattaforme digitali. Al di sotto di questa soglia, invece, l’accesso dovrebbe essere autorizzato e controllato dai genitori.

Tra le realtà che sostengono questa direzione c’è anche Meta (la società di Facebook e Instagram), che ha espresso il suo appoggio a una soluzione armonizzata a livello europeo, ma a patto che sia basata su tre pilastri fondamentali:

  1. Coinvolgimento attivo dei genitori, che dovrebbero approvare il download delle app da parte dei figli più giovani;
  2. Regole uguali per tutti, non solo per i social ma per tutte le piattaforme digitali (giochi, e-commerce, intrattenimento, ecc.);
  3. Sistemi di verifica dell’età semplici, efficaci e rispettosi della privacy, integrati a livello di app store o sistema operativo, per evitare che ogni app debba creare una propria procedura.

Meta ha voluto inoltre chiarire che il suo sostegno alla maggiore età digitale non significa approvare divieti rigidi o blocchi totali sui social. Secondo l’azienda, questo tipo di approccio rischia di essere controproducente: esclude i genitori dalle decisioni, si concentra su una sola categoria di app (i social) e ignora il fatto che molti ragazzi usano queste piattaforme per imparare, esprimersi e connettersi al mondo. Servono, dice Meta, strumenti intelligenti e flessibili, che tutelino i più giovani senza privarli delle opportunità offerte dal digitale.

Cosa sta facendo l’Europa nel frattempo?

Nel frattempo, l’UE continua a lavorare su una proposta concreta per implementare un sistema di verifica dell’età che funzioni in modo trasversale. Una delle ipotesi più discusse è quella di un “wallet digitale”, una sorta di portafoglio elettronico in cui i cittadini possano conservare certificazioni verificate (come l’età) senza dover condividere dati personali sensibili ogni volta che accedono a un servizio online.

Alcuni Stati membri stanno spingendo anche per introdurre misure aggiuntive, come:

  • parental control obbligatori sui dispositivi;
  • profili dei minori preimpostati in modalità privata;
  • limiti automatici ai contenuti e alle interazioni.

Anche Meta, da parte sua, ha già implementato alcuni strumenti nei suoi servizi, come gli Account per Teenager, che includono protezioni integrate per limitare i contatti indesiderati e i contenuti non adatti.

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