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Le laureate in Italia: eccellenti nel percorso formativo ma penalizzate nel mercato del lavoro

Nonostante risultati brillanti, le donne italiane faticano a raggiungere parità occupazionale e retributiva con gli uomini

Le laureate in Italia: eccellenti nel percorso formativo ma penalizzate nel mercato del lavoro

In Italia, le donne rappresentano quasi il 60% dei laureati, ottenendo risultati migliori degli uomini in termini di voti, regolarità nel percorso di studi e partecipazione a esperienze formative come tirocini e programmi di studio all'estero. Questi risultati evidenziano un impegno e una preparazione che, tuttavia, non si traducono in altrettante opportunità professionali. A cinque anni dal conseguimento della laurea, le donne si trovano in una posizione svantaggiosa rispetto ai colleghi maschi, con un tasso di occupazione inferiore di circa sei punti percentuali e una retribuzione che, in media, è del 20% più bassa.

I dati raccolti da AlmaLaurea evidenziano anche che le laureate provengono, più frequentemente rispetto agli uomini, da famiglie con un background educativo inferiore e meno favorevole dal punto di vista socio-economico. Nonostante ciò, le donne dimostrano performance più brillanti già durante gli studi, con un voto medio di laurea di 103,9 contro 102,1 degli uomini e una maggiore partecipazione a tirocini e stage.

Nonostante queste performance positive, le donne affrontano enormi difficoltà nel mondo del lavoro, dove la disparità di genere è evidente. A cinque anni dalla laurea, le donne sono meno occupate e hanno contratti più precari, con una rappresentazione inferiore nei lavori ad alta specializzazione. La differenza retributiva è anche marcata: a parità di posizione, gli uomini guadagnano mediamente 159 euro in più al mese.

Questo scenario dimostra che, nonostante gli sforzi e i risultati conseguiti dalle donne nel campo dell'istruzione, le disuguaglianze di genere persistono nel mercato del lavoro, penalizzando fortemente le laureate.

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