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08 Luglio 2025 - 17:25
Fare il bagno in Italia è, oggi più che mai, un’esperienza eccellente. Secondo i dati pubblicati dall’Agenzia Europea dell’Ambiente, il 90,3% delle acque balneabili italiane è stato classificato nel 2024 come "eccellente", il livello massimo previsto dalla normativa UE. La valutazione si basa sui dati raccolti nel quadro della Direttiva europea sulle acque di balneazione, che prevede ogni anno il monitoraggio di circa 22.000 siti balneabili in Europa. L’Italia contribuisce in maniera significativa con centinaia di località, dal mare alle acque interne. Il giudizio si fonda sull’analisi di due parametri microbiologici principali: la presenza del batterio Escherichia coli e quella degli enterococchi intestinali. Entrambi sono indicatori di inquinamento fecale, e quindi della sicurezza igienico-sanitaria delle acque.
Per rientrare negli standard di qualità, i Paesi devono seguire un calendario di monitoraggio rigoroso, che prevede almeno quattro campionamenti per stagione (o tre in casi specifici), distribuiti nell’arco dell’estate e preceduti da un prelievo pre-stagionale. Nel complesso, il 98% delle acque italiane ha superato i livelli minimi di qualità, ottenendo una valutazione almeno “sufficiente”. Di queste, come detto, oltre nove su dieci si sono meritate la menzione di “eccellenza”. Si tratta di un trend in crescita: tra il 2021 e il 2024, la quota di acque classificate come eccellenti è aumentata di oltre due punti percentuali.
Le acque costiere, ovvero quelle che si affacciano sul mare o su bacini di transizione, sono sottoposte a criteri ancora più stringenti rispetto alle acque interne. I limiti sono definiti dall'Allegato I della Direttiva, e tengono conto delle specificità dei litorali. In Italia, con migliaia di chilometri di costa e centinaia di località balneari, il rispetto di tali limiti rappresenta un punto cruciale per la salute pubblica e per il turismo.
Oltre alla fotografia del 2024, il rapporto valuta l’andamento della qualità delle acque nel corso degli ultimi quattro anni. Questo consente di identificare eventuali cambiamenti nei siti di balneazione – come una nuova classificazione, l’introduzione di sistemi di depurazione o variazioni nelle condizioni ambientali. In alcuni casi, le acque sono state escluse da una valutazione completa perché nuove o soggette a modifiche recenti che ne influenzano la classificazione.
I risultati del 2024 confermano che l’Italia può vantare una delle reti di acque balneabili più sicure d’Europa, ma anche che il miglioramento è frutto di controlli costanti e di investimenti nella qualità ambientale.
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