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Kids rotting: la noia estiva è portatrice di benefici per i bambini

Sempre più genitori scelgono di non organizzare le vacanze dei figli. Una strategia educativa che può rivelarsi preziosa

Kids rotting: la noia estiva è portatrice di benefici per i bambini

Con la fine della scuola, per molti bambini non iniziano le vacanze ma un’altra stagione piena di impegni. Campi estivi, corsi di lingua, sport, laboratori: le attività extrascolastiche estive sono diventate una necessità logistica per moltissime famiglie italiane, ma anche una scelta culturale. In un’epoca che valorizza l’efficienza e la performance, anche il tempo libero dei bambini tende a essere organizzato, gestito e ottimizzato.

Eppure, si sta delineando una contro-tendenza: lasciare che i bambini si annoino. Un’estate senza piani, senza campi, senza tabelle di marcia. Una forma di “ozio programmato” che in altri paesi ha già un nome: kids rotting (“i bambini che marciscono”) o wild summer (“estate selvaggia”). Il concetto è sottrarsi alla pressione sociale di rendere ogni giorno dei figli utile, produttivo o educativo. Negli Stati Uniti è diventata una piccola rivoluzione pedagogica, ma anche in Italia comincia a farsi strada. 

“La noia può diventare un terreno fertile per la creatività e l’autonomia,” spiega Francesco Sulla, psicologo dello sviluppo all’Università di Foggia. “Se lasciati a se stessi, con accesso a materiali e spazi adatti, i bambini possono imparare a organizzare il proprio tempo, a giocare liberamente, a creare” Ma, avverte Sulla, “la noia educativa non è assenza totale di supervisione, né sinonimo di abbandono”. E' uno stile educativo che non impone rigide regole, ma si basa sul dialogo e sulla fiducia. È diverso dal controllo ossessivo, così come è diverso dal totale disinteresse.
In un’estate senza campi, i dispositivi digitali diventano inevitabilmente una presenza costante. E il rischio è che l’ozio si trasformi in deprivazione passiva, dove la noia viene arginata solo da video, social e videogiochi. Tuttavia, bandire completamente tablet e smartphone non è né realistico né necessariamente benefico. Meglio allora costruire insieme ai bambini delle ‘finestre’ di digiuno digitale.

Nel frattempo, il tema della noia come diritto educativo interroga anche le politiche pubbliche. Oggi, un’estate davvero libera e formativa è un lusso per pochi: occorrono spazi sicuri, poco strutturati ma sorvegliati e accessibili economicamente. Ma soprattutto programmi pubblici che offrano alternative gratuite o a basso costo all’intrattenimento digitale e al tempo passato in solitudine.

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