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Paure

Ansia di non avere un viaggio prenotato: la nuova fobia che colpisce il 40% degli italiani

Spaventa il vuoto dell’assenza di piani futuri. E i social fanno da cassa di risonanza

Ansia di non avere un viaggio prenotato: la nuova fobia che colpisce il 40% degli italiani

C’è chi teme il volo, chi l’aereo in ritardo, chi le valigie smarrite. Ma oggi, nella geografia sempre più vasta dell’ansia moderna, c’è anche chi teme una cosa più sottile: non avere alcun viaggio all’orizzonte. Si chiama notriphobia, e – anche se il termine non ha ancora ricevuto il bollino della scienza – descrive una sensazione reale, che riguarda circa il 40% degli italiani, soprattutto tra i 18 e i 30 anni.

Nata sulla scia della celebre FOMO (fear of missing out), la notriphobia non è alimentata da un evento in corso, ma da un’assenza: quella di un volo, di una prenotazione, di una mappa mentale da seguire. Tra le cause principali si individua la ferita ancora aperta del lockdown: l’improvvisa impossibilità di viaggiare, vissuta come trauma da una generazione abituata a muoversi. Oggi, quell’esperienza alimenta l’ansia preventiva che possa succedere di nuovo. Ne nasce un comportamento tipico: quello del “bagaglio sempre pronto” e del piano vacanze sempre aggiornato.

La notriphobia si manifesta in sintomi psicologici leggeri ma persistenti: bisogno compulsivo di cercare mete, irritabilità in assenza di piani, malinconia da calendario vuoto. Un vuoto che diventa quasi fisico. Su TikTok e Instagram, i post con l’hashtag #notriphobia si moltiplicano. Non è un caso: la cultura della condivisione spinge molti a vivere il viaggio come affermazione personale, e a sentire la sua assenza come una sconfitta. Non si viaggia più (solo) per esplorare, ma per documentare e mostrare, in una corsa a riempire ogni weekend di esperienze “da postare”.

Non riguarda solo i giovani. Anche chi viaggia spesso per lavoro finisce per dipendere psicologicamente dal movimento: senza una prossima meta, si sente fuori rotta, disorientato, meno performante.

Secondo alcuni esperti, la vera fonte di piacere per chi soffre di notriphobia non è il viaggio in sé, ma la sua pianificazione. Il solo prenotare, incastrare date, sognare itinerari genera dopamina e dà l’illusione di un tempo ben impiegato, pieno, proiettato verso qualcosa.

Non si tratta di demonizzare il desiderio di partire. Ma di imparare, come suggeriscono alcuni psicologi, a convivere con l’attesa. Tra le strategie consigliate:

  • organizzare esperienze locali gratificanti

  • valorizzare hobby e relazioni sociali

  • usare i periodi “fermi” come occasioni per riposare e ricaricare

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