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Il dato
21 Luglio 2025 - 19:30
Siamo solo al 21 luglio e nei cieli d’Europa si contano già oltre 2,4 milioni di minuti di ritardo. Praticamente quasi cinque anni di attese, disguidi, coincidenze saltate e vacanze iniziate con il piede sbagliato. Dopo la parentesi del Covid, i cieli europei sono tornati a essere affollati come prima, e con loro sono tornati anche i vecchi problemi: voli in ritardo, lunghe code negli aeroporti, personale ridotto all’osso e comunicazioni poco chiare.
TANTI RITARDI, POCHI RIMBORSI
I dati raccolti da RimborsoAlVolo, rielaborando le informazioni ufficiali di Eurocontrol, mostrano un traffico in crescita: nella prima metà di luglio si sono contati tra i 34.860 e i 35.565 voli al giorno, in aumento sia rispetto al 2024 che ai livelli pre-pandemia del 2019. Nonostante questo apparente segnale positivo, i ritardi sono aumentati sensibilmente. Solo nella prima settimana del mese, ogni volo ha accumulato in media quasi sei minuti di ritardo. Nella seconda settimana si è scesi a quattro, ma il bilancio complessivo resta pesante: quasi due milioni e mezzo di minuti bruciati per problemi di gestione del traffico aereo.
Le difficoltà non sono equamente distribuite. A pesare più di tutti sono stati gli aeroporti francesi, dove si è concentrato il 41% del totale dei ritardi, in gran parte a causa di problemi interni legati alla capacità di gestione e alla carenza di personale. Seguono gli scali spagnoli, con il 16% del totale, messi a dura prova da condizioni meteo sfavorevoli e da una domanda molto alta. Anche in Germania non va meglio: gli aeroporti tedeschi hanno generato circa il 9% dei ritardi totali.
In media, a luglio, circa il 30% dei voli europei è atterrato con ritardo. Se si guarda alle partenze, emerge che gli aeroporti più efficienti sono quelli di Oslo, Copenhagen e Londra Heathrow, dove la maggior parte dei voli decolla puntuale. All’estremo opposto, invece, troviamo Lisbona, Palma di Maiorca e Roma Fiumicino, dove meno della metà dei voli parte nei tempi previsti.
Nonostante questa situazione piuttosto critica, pochissimi passeggeri si muovono per ottenere un indennizzo. Eppure, la normativa europea prevede rimborsi compresi tra 250 e 600 euro per chi subisce ritardi prolungati o cancellazioni. Solo il 15% dei viaggiatori che ne avrebbero diritto fa effettivamente richiesta. I motivi principali sono la scarsa consapevolezza dei propri diritti e il fatto che le compagnie aeree non facilitano le procedure di rimborso, anzi, spesso le ostacolano.
Insomma, se volare oggi è più complicato che mai, sapere come tutelarsi può fare la differenza. E con l’estate che entra nel vivo, la stagione dei ritardi – purtroppo – è appena cominciata.
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