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Chi era Laura Santi, giornalista e attivista per le disabilità e il fine vita dignitoso

Inizia la sua carriera nei quotidiani, e in seguito all'esperienza personale con la sclerosi multipla si batte per i diritti delle persone con disabilità

Chi era Laura Santi, giornalista e attivista per la disabilità e il fine vita dignitoso

La giornalista e attivista Laura Santi

Nata nel 1975 a Perugia, Laura Santi ha trascorso la sua vita immersa nella scrittura, tra redazioni, blog e battaglie sociali. Dopo la laurea in comunicazione all’Università per Stranieri della sua città, ha iniziato a lavorare come giornalista nei quotidiani, nelle tv locali, sul web e all’interno di istituzioni. Una carriera intensa, condotta con passione, che ha dovuto abbandonare quando la sclerosi multipla ha iniziato a farsi più aggressiva.

Ma la malattia non le ha tolto la voglia di scrivere. Ha continuato come freelance, concentrandosi su disabilità, welfare e diritti, diventando anche blogger (La vita possibile) e firma della rubrica “Io, Stefano e la sclerosi multipla” su Vanity Fair. Accanto a lei, in ogni fase, suo marito Stefano. Con lui ha affrontato l’avanzare della malattia, che negli ultimi anni l’ha costretta a una vita con assistenza continua, senza mai perdere la voce né l’impegno.

Proprio vivendo la disabilità sulla propria pelle, Laura si è avvicinata con naturalezza ai temi del fine vita e dell’autodeterminazione. È stata attivista per il referendum sull’eutanasia legale e, dal 2022 protagonista insieme all'Associazione Luca Coscioni di una battaglia personale per vedere riconosciuto il diritto al suicidio assistito, in base alla sentenza 242/2019 della Corte costituzionale.

Ma non si è fermata qui. Laura ha denunciato con forza le mancanze quotidiane che le persone con disabilità si trovano ad affrontare: la scarsa tutela dei caregiver, il sostegno economico inadeguato, l’accesso difficile a cure, riabilitazioni, tecnologie assistive. E la necessità, ancora troppo ignorata, di abbattere le barriere culturali e mentali che alimentano l’abilismo.

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