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Spazio
22 Luglio 2025 - 21:40
Il sistema di paracadute più complesso mai progettato per Marte ha superato brillantemente i test di caduta condotti sopra il Circolo polare artico, aprendo la strada a una nuova fase per la missione ExoMars dell’Agenzia spaziale europea (Esa). Un pallone stratosferico a elio ha sollevato il modulo di discesa fino a 30 chilometri d’altezza, simulando la discesa nell’atmosfera rarefatta del pianeta rosso, per poi rilasciare i due giganteschi paracadute, fondamentali per garantire un atterraggio sicuro.
«Abbiamo un sistema che può funzionare su Marte», ha dichiarato con entusiasmo Luca Ferracina, ingegnere dell’Esa, sottolineando che si tratta di un progetto ambizioso, dotato del più grande paracadute mai volato fuori dalla Terra. Atterrare su Marte è una delle operazioni più rischiose in campo spaziale. In appena sei minuti, il modulo deve passare da una velocità di 21mila chilometri orari a un atterraggio morbido, per proteggere il suo prezioso contenuto: il rover Rosalind Franklin, destinato a esplorare la superficie marziana. Per riuscirci, la sonda utilizza una combinazione sofisticata: scudo termico, due paracadute principali e un sistema a retrorazzi, attivato 20 secondi prima dell’atterraggio.
«Usare due paracadute ci consente di realizzare un sistema robusto per la fase supersonica e uno più grande e leggero per la discesa finale», ha spiegato John Underwood, ingegnere capo della Vorticity, la società britannica che ha progettato il sistema.
Il test si è svolto al Centro Spaziale Esrange della Swedish Space Corporation, a Kiruna, nel nord della Svezia. Per ricreare le condizioni marziane, dove l’atmosfera è solo l’1% di quella terrestre, il team ha spinto la capsula a una quota superiore a quella dei voli commerciali. Da lì, una caduta libera di 20 secondi ha portato la capsula a sfiorare la velocità del suono, prima di attivare in sequenza i due paracadute. «La combinazione di velocità e bassa densità atmosferica riproduce fedelmente ciò che il sistema affronterà su Marte», ha aggiunto Ferracina.
Il paracadute del primo stadio misura 15 metri, mentre quello del secondo raggiunge 35 metri di diametro, diventando il più grande mai utilizzato su Marte. È composto da oltre 800 metri quadrati di tessuto e più di 4 chilometri di corde, e richiede tre giorni per essere piegato con precisione chirurgica. Un’operazione delicatissima, essenziale per garantire il corretto dispiegamento durante la discesa.
Il sistema era già stato pronto nel 2021, ma la missione era stata interrotta a seguito dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, che ha congelato la collaborazione con Roscosmos. «Oggi vogliamo assicurarci che tutto funzioni ancora come previsto, anche dopo anni di stoccaggio», ha concluso Ferracina.
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