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Innovazione

I ricercatori hanno addestrato i batteri per creare un materiale che sfida la plastica

La scoperta rivoluzionaria arriva dalla Rice University e da Houston: il materiale del futuro è forte come il metallo, ma rispetta la natura.

I ricercatori hanno addestrato i batteri per creare un materiale che sfida la plastica

Immaginate un mondo dove i batteri lavorano come piccoli operai per creare materiali resistenti quanto il metallo, trasparenti come il vetro, ma completamente biodegradabili. Sembra fantascienza? In realtà, questo futuro potrebbe essere più vicino di quanto pensiamo, grazie a una scoperta rivoluzionaria che arriva dalle università americane Rice e Houston.

UN SUPERMATERIALE BIODEGRADABILE
Un team di ricercatori ha infatti sviluppato una tecnica innovativa per trasformare alcuni batteri in veri e propri "costruttori" di materiali ad alte prestazioni. Il segreto sta nell'utilizzare la cellulosa batterica, un materiale naturale che certi batteri producono durante il loro normale processo di vita. 

Ma cos'è esattamente la cellulosa batterica? È sostanzialmente la stessa sostanza che troviamo nel legno e nella carta, ma prodotta direttamente da microrganismi invece che dalle piante. Il vantaggio? È molto più pura, priva di quelle sostanze "di disturbo" come la lignina che rendono la cellulosa vegetale meno performante.

Il problema principale della cellulosa batterica naturale è che i batteri la producono in modo completamente casuale, come se stessero costruendo una casa senza seguire un progetto. Il risultato è un materiale poco resistente, inadatto per usi strutturali. I ricercatori hanno però risolto questo problema con un'idea geniale: hanno creato un bioreattore rotante che letteralmente "convince" i batteri a muoversi tutti nella stessa direzione mentre producono la cellulosa. È come se avessero trasformato una folla disorganizzata in una squadra di costruzione perfettamente coordinata.

I numeri parlano chiaro: questo nuovo materiale raggiunge una resistenza di 436 megapascal, paragonabile a quella di alcuni metalli e vetri tecnici. Per darvi un'idea, è come avere la resistenza dell'acciaio ma con la flessibilità e la trasparenza di un materiale plastico. E non finisce qui. Aggiungendo durante il processo di produzione dei minuscoli fogli di nitruro di boro (una sostanza super-resistente al calore), i ricercatori sono riusciti a spingere la resistenza fino a 553 megapascal e a triplicare la capacità del materiale di dissipare il calore.

UNA TECNOLOGIA CHE PUNTA A SCALZARE LA PLASTICA
Una delle caratteristiche più interessanti di questa scoperta è la sua semplicità. Non servono processi industriali complessi o trattamenti successivi: tutto avviene in un unico passaggio, direttamente nel bioreattore. Questo rende la tecnologia potenzialmente scalabile per applicazioni industriali su larga scala. L'idea dei ricercatori, infatti, era quella di creare un materiale altamente resistente che andasse a sostituire la plastica, materiale altamente inquinante per il nostro pianeta. E le possibili applicazioni sono davvero impressionanti:

  • Imballaggi sostenibili;
  • Materiali per l'elettronica completamente biodegradabili;
  • Tessuti tecnici ad alte prestazioni;
  • Sistemi di gestione termica per dispositivi elettronici;
  • Materiali strutturali per l'edilizia sostenibile.

La ricerca rappresenta un perfetto esempio di come la collaborazione tra diverse discipline scientifiche - biologia, scienza dei materiali e nanotecnologie - possa portare a soluzioni innovative per le sfide ambientali del nostro tempo.

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