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Innovazione piemontese

Dal Politecnico di Torino al Cairo: l'innovazione che trasforma l'acqua di mare

Scienza senza confini: i progetti di ricerca Italia-Egitto per acqua pulita, energie rinnovabili e sostenibilità. Cinquant'anni di collaborazione verso il futuro.

Dal Politecnico di Torino al Cairo: l'innovazione che trasforma l'acqua di mare

Nel calore di luglio, al Cairo, si è celebrato un traguardo importante. L'Istituto Italiano di Cultura ha ospitato un evento speciale per festeggiare cinquant'anni di collaborazione scientifica tra Italia ed Egitto, ma soprattutto per guardare insieme al futuro. Professori universitari, ricercatori e aziende si sono infatti incontrati per raccontare una storia di successo che dal 1974 continua a dare frutti concreti, dall'innovazione alla formazione di giovani scienziati.

L'ECCELLENZA DEL POLITECNICO ARRIVA IN EGITTO CON "WADI"
Tra i protagonisti dell'incontro c'è il Politecnico di Torino, impegnato su uno dei problemi più urgenti del nostro tempo: come avere acqua pulita per tutti. Il progetto si chiama WADI ed è sviluppato insieme ai colleghi egiziani dell'Istituto di Ricerca sul Petrolio.

L'obiettivo è ambizioso: trasformare l'acqua di mare in acqua potabile usando tecnologie nuove e più efficienti. Invece dei sistemi tradizionali, lenti e costosi, i ricercatori stanno creando filtri speciali che funzionano meglio e consumano meno energia. Un'innovazione che potrebbe aiutare non solo l'Egitto, dove l'acqua scarseggia spesso, ma tanti altri Paesi nel mondo.

Il team italiano è guidato dalla professoressa Roberta Bongiovanni, insieme ai suoi colleghi Alessandra Vitale, Sara Dalle Vacche e Ahmed Bakry. Dall'Egitto collabora il dottor Hassan Hafni Hassan.

ITALIA E EGITTO ASSIEME PER AFFRONTARE DIFFICOLTÀ COMUNI
Il programma di ricerca 2024-2026 non si occupa solo di acqua. I quattro progetti finanziati toccano temi importanti per entrambi i Paesi: come gestire meglio l'acqua, migliorare l'agricoltura e l'alimentazione, sviluppare energie pulite e proteggere monumenti e opere d'arte. È una scelta intelligente perché oggi i grandi problemi si risolvono unendo competenze diverse e facendo lavorare insieme tradizioni scientifiche che si completano a vicenda.

All'evento si è parlato anche di borse di studio e scambi tra università. Perché il vero valore di una collaborazione scientifica non sta solo nei risultati immediati, ma nella capacità di formare giovani ricercatori abituati a lavorare senza confini. 

Dopo cinquant'anni dal primo accordo del 1974, la partnership tra Italia ed Egitto continua a crescere. Se i primi decenni sono serviti per costruire le basi, i prossimi potrebbero portare i risultati più importanti: progetti che guardano all'ambiente, all'innovazione e a un futuro davvero condiviso tra le due sponde del Mediterraneo.

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