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Tutti vogliono il sedile 11A: il “posto miracoloso” del volo Air India è già leggenda

Dopo il disastro del 12 giugno, boom globale di prenotazioni per la poltrona dove sedeva l’unico sopravvissuto

Tutti vogliono il sedile 11A: il “posto miracoloso” del volo Air India è già leggenda

Boeing 787 dreamliner air India

Dal giorno dell’incidente del volo Air India del 12 giugno scorso, precipitato ad Ahmedabad con 242 persone a bordo e un solo sopravvissuto, il mondo del trasporto aereo ha visto nascere un fenomeno tanto curioso quanto inquietante: una corsa planetaria al posto 11A, il sedile su cui sedeva Vishwash Kumar Ramesh, unico passeggero scampato alla tragedia.

Quella che poteva sembrare una reazione emotiva momentanea si è trasformata in una vera e propria mania globale. Lo confermano i dirigenti di diverse compagnie aeree, europee, americane, asiatiche e mediorientali: il posto 11A, in classe Economy, è ormai il primo a sparire nella mappa delle prenotazioni, anche per voli previsti tra molti mesi.

"Un primo picco c’è stato la settimana dopo l’incidente, per l’estate", spiegano due dirigenti europei al Corriere della Sera. "Poi però la tendenza è continuata anche per l’autunno e già ora ci sono clienti che bloccano quel posto per le partenze dell’inizio 2026, pagando anche un sovrapprezzo".

I database delle assegnazioni dei posti parlano chiaro: l’11A risulta prenotato prima ancora che vengano riempiti gli altri sedili. E non importa la compagnia o il tipo di velivolo: la poltrona “miracolosa” è ricercata su tutte le rotte, dai voli intercontinentali a quelli europei, dagli Airbus ai Boeing.

Quando il sedile è occupato, si passa al piano B: prenotare il posto davanti o dietro (10A o 12A), o addirittura scegliere la stessa fila ma dal lato opposto – l’11F nei monocarrozza, l’11J o 11K nei velivoli più grandi.

Non è la prima volta che il numero 11A entra nella cronaca. Nel 1998, anche il cantante thailandese Ruangsak Loychusak sopravvisse a un incidente della Thai Airways TG261 proprio da quel posto. Ma in quel caso si salvarono oltre cento passeggeri su 146, rendendo la narrazione meno leggendaria. Diverso il destino del volo Air India, dove Ramesh è stato l’unico superstite.

La storia ha quindi trasformato un numero di sedile in un feticcio, ma non senza conseguenze. Perché non tutti gli 11A sono uguali. Dipende dal modello dell’aereo, dalla compagnia, dalla configurazione interna. In certi casi, l’11A è vicino a una porta d’emergenza, come sul volo maledetto. In altri è un posto come tanti. A volte è addirittura in Business Class.

E infatti non mancano le lamentele. Passeggeri convinti di aver prenotato il “posto più sicuro” si sono ritrovati in una fila anonima, lontani da ogni uscita. Un'illusione, forse, ma difficile da estirpare. Per ora le compagnie non hanno alzato i prezzi per sfruttare la domanda, ma stanno valutando simulazioni di marketing.

Nel frattempo, l’11A è diventato un simbolo. Un numero, un posto, una coincidenza. Forse un rifugio mentale. Di certo, l’ultima moda dell’aria.

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