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Leggende piemontesi

Il mostro del lago di Viverone: quando un santo sfidò il drago del Biellese

Tra mistero e miracolo, la leggenda dimenticata del “Loch Ness italiano” sconfitto da un eremita abate

Il mostro del lago di Viverone: quando un santo sfidò il drago del Biellese

A Biella, tra leggende sussurrate dai nonni e tradizioni popolari sopravvissute ai secoli, si nasconde una storia affascinante e dimenticata: quella del drago del lago di Viverone. Un mostro lacustre, feroce e sfuggente, che riecheggia i celebri racconti del Loch Ness scozzese, ma con una connotazione tutta italiana, intrisa di spiritualità, folklore e antiche credenze.

Secondo la tradizione tramandata dal sacerdote e storico Carlo Benedetto, nelle melmose acque della Torbiera di Moregna, affacciata sul lago di Viverone, si celava un drago terrificante che seminava morte tra le campagne e i borghi vicini. Spuntava a tratti dalle acque maleodoranti, volava minaccioso sopra le abitazioni, e dove atterrava lasciava solo distruzione. Una creatura da incubo, raccontata con dovizia di particolari nelle leggende locali.

Ma a porre fine al terrore fu San Bononio, monaco bolognese ed eremita, che armato solo della sua fede e di una croce, scese dal suo romitorio per affrontare la bestia. La battaglia leggendaria si concluse quando il santo, pregando, fece precipitare il drago in una voragine apertasi sotto di lui. Il popolo festante lo acclamò liberatore e, sul luogo dello scontro, fu eretta una chiesa in suo onore. Ancora oggi, a Settimo Rottaro, il culto di San Bononio sopravvive, con una celebrazione religiosa che unisce sacro e folclore.

La leggenda del drago di Viverone non è solo un curioso aneddoto locale, ma un esempio emblematico di come il Cristianesimo abbia riconvertito luoghi e simboli della spiritualità pagana, trasformando mostri e spiriti lacustri in manifestazioni del male da debellare. In questo processo di desacralizzazione e nuova consacrazione, il lago stesso ha visto la nascita di nuove devozioni: come quella della Madonna miracolosa, ritrovata tra le sue acque dai pescatori di Anzasco.

Ma cosa si nasconde davvero dietro queste storie? Un passato dimenticato, forse, o il tentativo umano di dare forma all'inspiegabile. O, più semplicemente, una testimonianza di come il folklore possa essere ponte tra epoche e culture. In un’epoca dove i mostri si vendono bene nei documentari scozzesi, la leggenda biellese del drago di Viverone merita di essere riscoperta: non solo come curiosità, ma come patrimonio immateriale della nostra storia collettiva.

Nel Biellese, dunque, c’è stato un tempo in cui l’eroismo di un santo riuscì dove nemmeno i cacciatori più esperti osavano: scacciare l’ombra di un drago, che oggi forse dorme ancora sotto la superficie quieta di un lago.

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