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Dacci, anche quest'estate il "tormentone" d'ordinanza

Un attore al centro di una tempesta mediatica tra tecnologia e privacy

Dacci, anche quest'estate il "tormentone" d'ordinanza

Raoul Bova

Una volta si diceva, "chiacchiere sotto l'ombrellone". Adesso ci si sta sempre di meno, ma il retaggio è rimasto. Non passa estate se, accanto ad una o due canzoni "del momento", non "scoppia" il caso nazionale. Meglio se riguardante qualcuno molto popolare. Meglio se poi la storia ha dei contorni attinenti alla sfera delle relazioni altrui, tali da scatenare l'immancabile pruderie che spesso le accompagna. I fatti. Un noto attore televisivo invia un vocale (innocente?) ad una donna che non è esattamente quella con la quale ha una relazione. Il contenuto del vocale diventa di dominio pubblico grazie ad un tentativo di ricatto, da parte di un amico della donna, di renderlo di dominio pubblico. L'attore denuncia e peggio della zanzara "west nile" si scatena lo scandalo. Sembra un rompicapo ma è andata più o meno così. Vizi privati e pubbliche virtù, meglio e più di un messaggio scritto, il ricorso ad un vocale è un "regalo" in termini di tempo che la tecnologia offre, vuoi mettere la fredda lettura di un messaggio in luogo dell'ascolto di una voce, con le sue connotazioni di tono, intensità e calore? E' come vidimare con apposito timbro l'autenticità (un messaggio scritto può essere attribuito a chiunque, la voce, quella voce, è inequivocabilmente "tua").

 In pieno trend da denuncia, l'attore, che grazie alla sua notorietà non deve avere problemi con l'acquisto delle carte da bollo, provvede a denunciare anche una società calcistica che, appropriandosi del vocale, lo impiega per un "meme" (chiamasi in tal modo una creazione et l'utilizzo di fatti, foto e brevi filmati) per tessere un omaggio sperticato ad un giocatore ingaggiato da poco. È come accendere una chitarra Fender e l'amplificatore, alle tre di mattina, in un condominio abitato da gente che all'alba si sveglia per andare a lavorare. In breve, la sentono tutti, finanche tutto l'isolato: la storia dilaga, i giornaloni (sì, anche quelli che si reputano fra i più autorevoli e compassati) se ne appropriano, manca solo un'interrogazione parlamentare (chissà, magari questione di giorni, potrebbe arrivare anche quella...).

In breve, una manna per chi campa di gossip. Ma sarebbe riduttivo "leggere" tutto questo come l'ennesima, deprecabile, propensione a farsi i fatti altrui. Piuttosto, azzardare la considerazione che sia il bisogno di "leggerezza", sollecitato dal quadro di incertezza mondiale che agita al momento la nostra società (le guerre, sia quelle in senso stretto, che dei dazi). Un robusto ritorno a quella cronaca rosa che fece la fortuna di tanti rotocalchi (quelli che negli anni '60, spesso con le foto allora in bianco e nero). Le vite degli altri che diventano merce da esibire, argomento "trend-topic", fatturati importanti per l'industria del gossip

In ogni caso, precauzionalmente, la prossima volta che dovete inviare un vocale a qualcuno (non necessariamente quella collega sulla quale imbastite chissà quali voli pindarici, foss'anche il gommista all'angolo) accertatevi almeno di aver attivato la funzione "effimero". Tempo qualche ora poi sparisce, insieme all'ansia che se ne appropri qualcuno e ne faccia, con buona pace delle vostre intenzioni, una potente arma di ricatto.

  

 

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