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patente di guida
05 Agosto 2025 - 10:00
La recente ondata di incidenti stradali che ha coinvolto conducenti anziani ha riaperto un dibattito mai davvero sopito: il sistema italiano di rinnovo della patente oltre una certa età è davvero efficace? O si tratta di un apparato formale e spesso poco scrupoloso, che rischia di non garantire la sicurezza necessaria sulle strade?
Attualmente, secondo l’articolo 126, comma 6 del Codice della strada, chi ha più di 80 anni è tenuto a rinnovare la patente ogni due anni, indipendentemente dalla categoria. Questa cadenza fu introdotta con la legge 120/2010, la cosiddetta "miniriforma del Codice", che segnò un cambio di rotta rispetto alla normativa precedente, che prevedeva il rinnovo ogni tre anni per gli ultrasettantenni.
Oltre alla maggiore frequenza, inizialmente il rinnovo per gli over 80 prevedeva un iter più rigoroso, con obbligo di visita presso la Commissione Medica Locale (Cml). Ma il sistema non ha retto: la scarsità di medici disponibili e i tempi d’attesa eccessivi spinsero il legislatore, nel 2012, a tornare a modalità di rinnovo ordinarie, mantenendo però la cadenza biennale. Il problema ad oggi risiede soprattutto nell’eterogeneità dei controlli. Tutto dipende dalla scrupolosità dei medici che effettuano le visite e l’esperienza quotidiana dimostra che esiti molto diversi possono verificarsi anche in presenza di condizioni di salute simili. Alcuni anziani, in buone condizioni fisiche e mentali, si vedono negare il rinnovo o costretti a percorsi complicati, mentre altri, con evidenti fragilità, riescono a conservare la licenza di guida.
Spesso a intervenire, nei casi più critici, sono i familiari, chiamati a mediare tra la necessità di sicurezza stradale e il rischio di disagio psicologico per l’anziano, che vede nella patente un simbolo di autonomia. Ancora più complessa è la situazione per chi guida mezzi pesanti. Per i conducenti con patenti C, l’età limite è fissata a 65 anni, con possibilità di proroga biennale solo previo accertamento da parte della Cml, e comunque per veicoli fino a 20 tonnellate.
Per le patenti D (autobus e veicoli per trasporto persone), tra i 60 e i 68 anni è necessario presentarsi ogni anno alla Cml per ottenere l’idoneità. Senza questo passaggio, ci si deve limitare alla guida di veicoli leggeri. Ma qui entra in gioco un altro paradosso: la cronica carenza di autisti, che spinge il settore dell’autotrasporto a chiedere maggiore flessibilità, rischiando però di compromettere la sicurezza sulle strade.
Un altro elemento chiave nel valutare l’idoneità alla guida è l'utilizzo di alcuni farmaci. L’uso di sostanze che possono alterare l’attenzione o i riflessi è in costante aumento con l’età. La recente legge 177/2024, che ha modificato l’articolo 187 del Codice della strada, introduce un principio delicato: si configura reato anche solo per la presenza di sostanze stupefacenti o psicotrope nell’organismo, indipendentemente dallo stato di alterazione del conducente. Una norma che rischia di generare confusione, specie in ambito terapeutico, dove l’uso di certi farmaci è perfettamente regolamentato. La questione ha spinto i ministeri competenti ad aprire un tavolo tecnico, per trovare un equilibrio tra esigenze di sicurezza e tutela dei diritti individuali.
Il tema del rinnovo patente per anziani non può quindi essere ridotto a una questione anagrafica.
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