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intelligenza artificiale
08 Agosto 2025 - 11:45
Dopo essere stato utilizzato da milioni di studenti per risolvere problemi in automatico o sfornare compiti preconfezionati, il chatbot di OpenAI ha deciso di prendersi una pausa dal ruolo di “macchina delle risposte” per assumere quello di insegnante virtuale. Con l’introduzione della “modalità studio”, il sistema di intelligenza artificiale si trasforma infatti in un tutor digitale, progettato per accompagnare passo dopo passo nell’apprendimento, stimolando comprensione, riflessione e spirito critico.
La nuova funzione è disponibile per tutti gli utenti dei piani Free, Plus, Pro e Team, e sarà a breve integrata anche in ChatGPT Edu, la versione destinata al mondo accademico. Si tratta di un cambiamento importante nell’approccio all’uso dell’IA a scuola, maturato in risposta a due spinte convergenti: da un lato, l’utilizzo sempre più diffuso di ChatGPT da parte degli studenti; dall’altro, le crescenti preoccupazioni degli insegnanti sull’abuso degli strumenti generativi per evitare lo studio.
La “modalità studio” nasce con un obiettivo preciso: trasformare l’IA in uno strumento per imparare, non per copiare. Per riuscirci, OpenAI ha coinvolto nella progettazione pedagogisti, scienziati ed educatori, che hanno lavorato insieme agli sviluppatori per creare uno stile comunicativo adatto ai processi educativi.
Il chatbot ora non si limita più a fornire soluzioni, ma guida l’utente con un’interazione dialogica e personalizzata. Vengono proposte domande aperte, suggerimenti, spunti di autoriflessione, tutto con l’obiettivo di favorire la metacognizione, cioè la capacità dello studente di riflettere sul proprio apprendimento. Le risposte sono modulate in base al livello di preparazione e agli obiettivi dichiarati: il chatbot “capisce” quando deve essere più semplice, oppure quando può osare con approfondimenti tecnici o teorici.
Una delle novità più apprezzate nei primi test è la possibilità di verificare l’apprendimento in tempo reale. Dopo ogni spiegazione, ChatGPT propone quiz, domande a risposta aperta, esercizi interattivi per aiutare lo studente a valutare se ha davvero capito l’argomento.
Il valore aggiunto, però, è nel feedback personalizzato: non solo vengono indicate le risposte corrette o sbagliate, ma si spiegano le motivazioni, si chiariscono i passaggi mancati e si offrono suggerimenti mirati per colmare le lacune.
La funzione può essere attivata o disattivata liberamente in qualsiasi momento della conversazione, offrendo così una flessibilità che consente allo studente di decidere quando seguire il percorso guidato e quando tornare al formato classico del chatbot.
Nel frattempo, OpenAI ha avviato collaborazioni con partner accademici, tra cui la Stanford University, per analizzare l’impatto dell’IA sull’apprendimento e individuare buone pratiche didattiche.
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