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Cinema

Alien: Pianeta Terra su Disney+ tra postumanesimo e incubi

Lo spinoff firmato Noah Hawley riporta il franchise alle origini, intrecciando critica sociale, citazioni cinematografiche e nuove creature terrificanti

Alien: Pianeta Terra su Disney+ tra postumanesimo e incubi

Alien

Disponibile dal 13 agosto su Disney+, Alien: Pianeta Terra è ambientata tra il primo Alien e Aliens – Scontro finale. Con otto episodi, lo showrunner Noah Hawley firma un capitolo che fonde atmosfere horror estreme e un’analisi lucida del futuro dell’umanità. In un mondo diviso tra cinque corporazioni rivali, il giovane CEO Boy Kavalier punta a trasferire la coscienza di bambini in corpi sintetici, mentre la Yutani sfrutta il DNA delle specie aliene più pericolose.

Il ritorno degli Xenomorfi sulla Terra scatena lo scontro con gli ibridi guidati da Wendy, una dodicenne intrappolata in un corpo adulto. Hawley rompe un tabù del franchise – la violenza sugli animali – e introduce nuove specie ancora più inquietanti, tra cui il “polpo occhio parassita”. Il risultato è un horror viscerale, con sequenze di body horror spinte al limite.

La serie è un omaggio costante alla saga: dal suono originale dei mitra di Aliens alle scene che richiamano la cena sulla Nostromo. La fotografia e il design riprendono il décor retro-futurista dei primi film, mentre gli androidi e gli ibridi aprono un dibattito sul postumanesimo. Kirsh, interpretato da Timothy Olyphant, si colloca idealmente tra Ash e Bishop, incarnando una fase evolutiva intermedia.

Oltre all’orrore, Pianeta Terra mette al centro un legame umano: quello tra Wendy e il fratello Hermit, “cuore” della storia. Attraverso di lui emerge la domanda chiave che guida l’intera serie: se natura e tecnologia minacciano la nostra esistenza, gli esseri umani sapranno sopravvivere e, soprattutto, meritano di farlo?

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