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Tecnologia
21 Agosto 2025 - 16:50
Gemini
I consumi energetici dell’intelligenza artificiale sono finiti al centro dell’attenzione, soprattutto per i grandi modelli come Gemini di Google. Per questo il colosso di Mountain View ha deciso di affrontare il tema con un approccio sistematico, sviluppando una metodologia capace di misurare con precisione l’impatto ambientale dei propri sistemi.
Il paper pubblicato da Google analizza nel dettaglio tutti i fattori coinvolti: dal consumo di Cpu e Ram all’overhead dei data center, dall’energia all’acqua necessaria al raffreddamento, fino alle emissioni di anidride carbonica. Secondo lo studio, un prompt medio di Gemini consuma 0,24 wattora di energia, 0,26 millilitri d’acqua e produce 0,03 grammi di CO₂, un impatto paragonabile a guardare la televisione per meno di dieci secondi.
I risultati mostrano anche i progressi ottenuti: grazie all’uso di energia priva di emissioni, sistemi di rigenerazione idrica e miglioramenti hardware e software, l’impatto energetico e di carbonio del prompt medio di Gemini si è ridotto rispettivamente di 33 e 44 volte in un anno.
L’efficienza, sottolinea Google, deriva da un ecosistema integrato che comprende architetture Transformer, tecniche come Mixture-of-Experts e decodifica speculativa, oltre a ottimizzazioni degli algoritmi. Un ruolo chiave è svolto dalle TPU progettate internamente, la cui ultima generazione, Ironwood, garantisce prestazioni nettamente superiori per watt rispetto alle CPU tradizionali.
Infine, i data center, alimentati da energia rinnovabile e progettati per restituire più acqua di quanta ne consumino, rappresentano l’anello finale di una strategia che mira a rendere più sostenibile l’uso dell’intelligenza artificiale su scala globale.
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