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Curiosità

Quando i cani volarono nello spazio

Belka e Strelka affrontano la microgravità e le radiazioni cosmiche a bordo dello Sputnik 5, dimostrando che la vita può sopravvivere nello spazio

Quando i cani volarono nello spazio

Belka e Strelka furono due cagnoline protagoniste del programma spaziale sovietico durante la celebre corsa allo spazio. Tra il 19 e il 20 agosto 1960, trascorsero 25 ore a bordo della navicella Sputnik 5, studiando come animali di taglia medio-grande reagissero alle condizioni estreme dello spazio, come la microgravità e le radiazioni cosmiche. A differenza della tragica Laika, le due cagnoline—i cui nomi in russo significano rispettivamente “scoiattolo” e “freccia”—tornarono sulla Terra senza problemi, dopo essere state attentamente monitorate dagli scienziati. Durante il loro viaggio, completarono circa 18 orbite terrestri insieme a un coniglio, 42 topi, due ratti, mosche, piante e funghi, rientrando sane e salve la mattina del 20 agosto. Questo volo rappresentò un passo fondamentale verso il lancio del primo uomo nello spazio, Yuri Gagarin, dimostrando che la vita poteva sopravvivere in un ambiente tanto ostile.

Chi erano Belka e Strelka

Negli ultimi anni ’50, Stati Uniti e Unione Sovietica erano impegnati in una corsa allo spazio senza precedenti. L’URSS aveva già fatto parlare di sé con il lancio dello Sputnik 1, il primo satellite artificiale. Prima di inviare un essere umano nello spazio, però, gli scienziati volevano essere certi che fosse possibile sopravvivere sia al lancio sia all’assenza di gravità.

Il “pioniere” scelto fu il migliore amico dell’uomo: il cane. I primi esperimenti non furono però fortunati. Laika, lanciata nel 1957, fu la prima creatura a orbitare attorno alla Terra, ma non sopravvisse. In seguito, Sergej Korolev, mente chiave del programma spaziale sovietico, organizzò un progetto per selezionare dodici cani randagi femmine da addestrare al volo spaziale. La scelta dei randagi non era casuale: questi animali avevano sviluppato una particolare resilienza vivendo per le strade.

I cani furono abituati a spazi ristretti, alle accelerazioni tipiche dei lanci e a un’alimentazione gelatinoso simile a quella che avrebbero consumato nello spazio. Tra tutti i candidati, Belka e Strelka, entrambe di circa due anni e mezzo, dimostrarono maggiore adattabilità e furono selezionate per la storica missione.

Il viaggio nello spazio

Il lancio avvenne il 19 agosto 1960 dal cosmodromo di Bajkonur, in Kazakistan. Durante tutto il volo, i due cani furono monitorati da strumenti che rilevavano pressione sanguigna, battito cardiaco e attività cerebrale. Durante le fasi iniziali del lancio, le loro pulsazioni e respirazione aumentarono per effetto delle forti accelerazioni, ma si normalizzarono appena raggiunta l’orbita.

Per la maggior parte del viaggio, Belka e Strelka rimasero calme e in ottime condizioni. L’unico momento critico avvenne circa durante la quarta orbita, quando Belka mostrò segni di ansia e malessere per ragioni ancora oggi sconosciute. Questo episodio influenzò la decisione di limitare Yuri Gagarin a una sola orbita nella sua prima missione spaziale.

Dopo 18 orbite e circa 700.000 km percorsi, le cagnoline e gli altri animali a bordo fecero ritorno il 20 agosto 1960. Questo successo fornì dati preziosi sul comportamento degli esseri viventi nello spazio e permise di sviluppare protocolli di sicurezza per i futuri voli umani. Belka e Strelka diventarono così delle vere e proprie icone del programma spaziale sovietico.

Dopo la missione, Strelka diede alla luce sei cuccioli, uno dei quali, Pushinka, fu donato da Nikita Chruščëv alla figlia del Presidente USA John F. Kennedy. Le due cagnoline vissero il resto dei loro giorni in un centro di ricerca sovietico, curate dagli stessi scienziati che le avevano preparate al loro viaggio storico.

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