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nutrizione
12 Settembre 2025 - 10:15
Per la prima volta nella storia, la percentuale di bambini e adolescenti obesi ha superato quella dei coetanei sottopeso. È il dato allarmante che emerge dal rapporto UNICEF 2025 sulla malnutrizione infantile, pubblicato il 10 settembre 2025 e basato su dati raccolti in 190 Paesi. Un cambiamento che segna una nuova fase dell’emergenza sanitaria globale, in cui le malattie legate al sovrappeso diventano più diffuse di quelle legate alla fame.
Secondo l’analisi dell’agenzia delle Nazioni Unite per l’infanzia, oggi una persona su cinque tra i 5 e i 19 anni è in sovrappeso, e la metà di questi è obesa. Questo significa che circa il 10% dei bambini e ragazzi nel mondo ha un peso significativamente superiore rispetto a quanto sarebbe salutare per la propria età, sesso e altezza. Nel 2000, gli obesi nella stessa fascia di età erano il 3%: oggi sono il 9,4%. In numeri assoluti, si parla di 188 milioni di giovani con obesità, contro i 184 milioni sottopeso.
L’UNICEF attribuisce questo incremento alla diffusione massiccia di cibi ultra-processati, come snack confezionati, bevande zuccherate e fast food, che hanno gradualmente sostituito frutta, verdura e proteine in molte diete. Il risultato è una dieta povera di nutrienti, ma ricca di zuccheri, sale e grassi, con effetti negativi non solo sulla salute fisica, ma anche sullo sviluppo cognitivo e sulla salute mentale di bambini e adolescenti.
Il fenomeno è globale, con un impatto crescente ovunque, tranne che in Africa subsahariana e Asia meridionale. I dati più estremi arrivano da alcuni piccoli stati del Pacifico, come Niue, le Isole Cook e Nauru, dove l’obesità nella fascia 5-19 anni ha raggiunto rispettivamente il 38%, 37% e 33%, a causa dell’abbandono delle diete tradizionali in favore di alimenti importati e altamente energetici, venduti a basso costo.
Il presidente di UNICEF Italia, Nicola Graziano, ha spiegato che nel nostro Paese la situazione è in leggero miglioramento, almeno in parte: la percentuale di giovani in sovrappeso è scesa dal 32% nel 2000 al 27% nel 2022. Tuttavia, il tasso di obesità resta stabile attorno al 10%, confermando che il problema non è risolto, ma solo parzialmente contenuto. L’obesità in giovane età comporta rischi elevati di sviluppare, in età adulta, malattie croniche e potenzialmente letali come il diabete di tipo 2, le malattie cardiovascolari e alcuni tipi di cancro. Oltre al costo in termini di salute pubblica, l’UNICEF evidenzia anche l’impatto economico crescente per i sistemi sanitari nazionali.
Per affrontare questa crisi, l’agenzia invita i governi a intervenire con politiche strutturali, promuovendo la produzione e il consumo di alimenti sani e limitando la diffusione di quelli ultra-processati. Tra le misure suggerite ci sono restrizioni alla pubblicità di junk food rivolta ai minori, incentivi per frutta e verdura, e miglioramento della qualità dell’alimentazione scolastica.
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