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24 Settembre 2025 - 22:05
Per vendere prodotti home-made occorre rispettare la normativa fiscale. Non sempre è necessaria la partita Iva: se l’attività è un hobby, la vendita deve restare saltuaria e di modico valore, e spesso richiede il tesserino dell’hobbista per partecipare a fiere e mercatini.
Sono considerati hobbisti gli “operatori non professionali che vendono, espongono o barattano, in modo sporadico e occasionale, prodotti di modico valore, per lo più frutto della propria creatività o ingegno”. In pratica: si vendono o si scambiano beni dal valore contenuto (in genere non oltre 250 euro, in alcune Regioni 100 euro), si partecipa a eventi senza continuità né organizzazione d’impresa e si rilascia ricevuta non fiscale. Da non confondere con i creativi che producono opere originali tutelate dal diritto d’autore: il trattamento fiscale è diverso.
Il tesserino dell’hobbista è un permesso rilasciato dal Comune che identifica il venditore come non professionista. Regole, costi e durata cambiano sul territorio, ma l’iter è simile: informarsi sul sito comunale o presso gli uffici, presentare domanda con modulo, fototessera, documento, marca da bollo ed eventuale pagamento dei diritti di istruttoria (spesso via pagoPA). Il rilascio può richiedere da 15 a 60 giorni. Di norma il tesserino è rilasciato dal Comune di residenza per eventi nella stessa Regione; altrimenti decide il Comune che ospita l’evento. In alcuni casi è riservato ai residenti.
Costi, validità e limiti dipendono dal Comune. Oltre a marche da bollo e istruttoria, l’importo complessivo può arrivare a circa 200 euro. Di solito sono previsti sia una scadenza temporale sia un tetto massimo di partecipazioni: ad esempio, in Piemonte si possono fare fino a 18 mercatini (durata minima un anno, senza scadenza massima); nella Provincia autonoma di Trento la validità può arrivare a quattro anni. Restano obbligatori i requisiti di onorabilità previsti dalla normativa.
Le differenze locali sono rilevanti. Esempi: ad Asti il tesserino vale per un massimo di 36 mercatini in tutta la Regione; a Medicina dura un anno, rinnovabile fino a quattro volte, ed è riservato ai residenti; a Verona è valido in Veneto ma consente al massimo 6 presenze l’anno; a Siena il prezzo unitario dei beni non può superare 100 euro e la merce esposta non oltre 1.000 euro (validità annuale in Toscana); a Genova dura cinque anni e vale in Liguria; a Venezia è riservato ai residenti, scade il 31 dicembre e permette fino a 6 mercatini in Veneto; a Prato si possono vendere oggetti fino a 100 euro (merce esposta max 1.000 euro); a Torino il limite è 18 mercatini.
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