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Economia
18 Ottobre 2025 - 18:30
Foto di repertorio
È uno dei paradossi più curiosi dello shopping online: si sceglie, si clicca, si riempie il carrello — poi non si compra nulla. Un gesto apparentemente banale che ha però un enorme impatto economico. Secondo i dati di Statista, a livello globale l’81% dei carrelli virtuali viene abbandonato prima del pagamento: solo in due casi su dieci la transazione arriva a buon fine.
Le ragioni sono molteplici. Spesso il problema nasce da check-out troppo complessi o spese di spedizione più alte del previsto. In altri casi, gli utenti trovano offerte migliori altrove o usano il carrello come lista dei desideri, raccogliendo prodotti che forse compreranno in futuro, magari su un altro sito.
Per i brand, tuttavia, ogni carrello lasciato a metà significa un’occasione di vendita mancata. Ecco perché le piattaforme di e-commerce, da Amazon a Zalando, fino ai siti del lusso, hanno messo a punto una strategia sempre più diffusa: il reminder via email.
Entro un intervallo che varia da un’ora a ventiquattro, il cliente riceve un messaggio che ricorda l’acquisto interrotto, invitandolo a completarlo. È la cosiddetta “leva del promemoria”, una delle armi più efficaci per recuperare le vendite sfumate.
Uno studio di ContactLab su 33 aziende del settore moda e lusso rivela che il 64% dei marchi utilizza questa tattica, con modalità diverse: i brand di fascia alta si limitano a un solo messaggio discreto, mentre i marchi più accessibili inviano fino a quattro email distribuite nei giorni successivi.
Determinante anche il tono di voce. Alcuni brand preferiscono una comunicazione empatica e personalizzata, con frasi come “Hai dimenticato qualcosa?” o “Il tuo carrello ti aspetta”, enfatizzando servizi come resi gratuiti o assistenza clienti. Altri puntano sull’urgenza, ricordando che il prodotto potrebbe terminare a breve o essere disponibile in quantità limitata.
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