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Televisione
22 Ottobre 2025 - 11:30
Foto di repertorio
Da oggi, 22 ottobre, è disponibile su Netflix “Il Mostro”, la nuova miniserie diretta e creata da Stefano Sollima insieme a Leonardo Fasoli. Il regista di Romanzo criminale, Gomorra e Suburra torna a raccontare l’Italia più inquieta, partendo dal primo duplice omicidio attribuito al Mostro di Firenze, avvenuto il 21 agosto 1968. Due corpi in un’auto ferma accanto a un fosso, un bambino addormentato sul sedile posteriore: da quella notte prende forma un incubo che avrebbe segnato il Paese per quasi vent’anni.
La serie non segue la consueta cronaca giudiziaria legata a Pietro Pacciani e ai suoi presunti complici, ma torna indietro nel tempo, prima che la stampa coniasse il nome “Mostro”. Attraverso lo sguardo di Natalino Mele, l’unico sopravvissuto di quel primo delitto, Il Mostro ricostruisce l’Italia rurale degli anni Sessanta, fatta di silenzi, patriarcato e gelosie represse, dove le donne venivano spesso punite per la loro libertà.
Sollima sceglie una narrazione realistica e priva di compiacimenti, scavando nella memoria collettiva e nei documenti delle inchieste. Sedici vittime tra il 1968 e il 1985, mutilazioni, lettere anonime e indagini infinite: la serie ripercorre uno dei casi più lunghi e controversi della storia italiana, seguendo anche la cosiddetta “pista sarda” e la figura della magistrata Silvia Della Monica, tra le prime a intuire il legame tra gli omicidi.
“L’orrore, per essere raccontato, va attraversato”, spiega Sollima, che definisce la serie un modo per restare accanto a chi è rimasto “nella notte”. Il regista punta a un racconto onesto, rigoroso e privo di tesi precostituite, capace di restituire umanità a una vicenda dominata per decenni da sospetti e misteri.
Prodotta da The Apartment e AlterEgo per il gruppo Fremantle, la miniserie in quattro episodi vede nel cast Marco Bullitta, Valentino Mannias, Francesca Olia, Liliana Bottone, Giacomo Fadda, Antonio Tintis e Giordano Mannu.
Tra i primi a commentare positivamente il progetto è l’avvocato Vieri Adriani, legale dei familiari delle vittime francesi del delitto di Scopeti. Dopo aver visto in anteprima la prima puntata, Adriani ha definito la serie “accurata, ben scritta e fedele allo spirito dei processi”, lodando la sceneggiatura, la fotografia e la cura per i dettagli d’epoca. “Chi cerca la verità – ha aggiunto – dovrebbe rivolgersi ai magistrati: Sollima, invece, restituisce l’anima della storia. Dieci e lode.”
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