Cerca

I dati

Quanta spazzatura produci in un anno (senza accorgertene)? I nuovi dati dell'ISPRA

Nel 2023 ogni italiano ha generato quasi mezza tonnellata di rifiuti: L’Italia è sotto la media europea, ma la quantità continua a crescere.

Quanta spazzatura produci in un anno (senza accorgertene)? I nuovi dati dell'ISPRA

Nel 2023, ogni italiano ha generato in media quasi mezza tonnellata di rifiuti urbani, pari a 496 chilogrammi a testa. In pratica, più di un chilo di spazzatura al giorno per persona. Un dato in crescita rispetto all’anno precedente, che colloca l’Italia poco sotto la media europea di 511 kg per abitante.

L’analisi proviene dal Rapporto ISPRA 2024, che offre uno spaccato dettagliato sulla produzione e la distribuzione dei rifiuti nel nostro Paese e nel mondo. A livello globale, la situazione è ancora più impressionante: oltre 2 miliardi di tonnellate di rifiuti urbani vengono prodotti ogni anno, con gli Stati Uniti in cima alla classifica mondiale.

Dove si produce più spazzatura in Italia?

I dati mostrano grandi differenze territoriali.
Il Nord Italia è la zona con la maggiore produzione di rifiuti: Emilia-Romagna e Valle d’Aosta guidano la classifica, con rispettivamente 639 e 620 kg per abitante. Il primato spetta alla provincia di Reggio Emilia, dove si superano addirittura i 2 kg di rifiuti al giorno pro capite (749 kg all’anno). Seguono Ravenna e Rimini, due territori influenzati anche dal forte turismo estivo.

Al contrario, il Sud Italia si distingue per i valori più bassi: Basilicata (357 kg), Molise (380 kg) e Calabria (398 kg) sono le regioni più “virtuose”. In città come Potenza o Enna, la produzione scende sotto i 350 kg annui per abitante, meno della metà rispetto a Reggio Emilia.

Il peso del Nord e il ruolo del turismo

Nel 2023, il Nord ha prodotto circa 14,2 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, quasi la metà del totale nazionale, mentre il Centro ne ha generati 6,2 milioni e il Sud 8,9 milioni. In totale, l’Italia ha prodotto circa 29,3 milioni di tonnellate di rifiuti.

Rispetto al 2022, la quantità è cresciuta quasi ovunque al Nord — in particolare in Friuli-Venezia Giulia, Veneto e Lombardia — mentre al Centro è rimasta stabile e al Sud è diminuita leggermente (tranne in Molise e Abruzzo).

Questi numeri non significano necessariamente che le regioni settentrionali “inquinino di più”: il dato riflette piuttosto livelli di consumo più elevati, una maggiore densità urbana e un forte impatto del turismo. Infatti, il calcolo si basa solo sui residenti, senza considerare i visitatori temporanei.

Basti pensare che nelle 14 città italiane con oltre 200.000 abitanti (che ospitano circa il 16% della popolazione nazionale) la produzione media sale a 545 kg a persona, quasi 50 in più della media nazionale.

E nel resto del mondo?

Su scala globale, la quantità di rifiuti prodotti ogni anno supera i 2 miliardi di tonnellate. Gli Stati Uniti restano al primo posto, con quasi una tonnellata di rifiuti per abitante (942 kg). Seguono Canada (850 kg) e Australia (814 kg).

In Europa, nel 2022 si sono prodotti 229 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, un dato in leggera diminuzione rispetto all’anno precedente. L’Italia, con i suoi 496 kg pro capite, si colloca poco sotto la media europea, lontana dai Paesi con la produzione più alta, come Austria e Danimarca (oltre 800 kg), e da quelli più “parsimoniosi” come Romania, Polonia ed Estonia, dove si resta sotto i 400 kg.

Un Paese che produce, ma anche che cambia

L’aumento dei rifiuti in Italia è un segnale complesso: da un lato indica una ripresa dei consumi e dell’attività economica, dall’altro sottolinea l’urgenza di migliorare la gestione del ciclo dei rifiuti, puntando su riduzione, riuso e raccolta differenziata.

La sfida per il futuro sarà quella di produrre meno, riciclare di più e smaltire meglio. Perché dietro ogni chilo di rifiuto non c’è solo ciò che buttiamo via, ma anche una parte delle nostre abitudini, del nostro sviluppo e delle scelte quotidiane.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.