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Fauna locale

Le linci tornano sulle Alpi italiane: un ritorno dopo oltre un secolo

Dopo essere state estinte nell’Ottocento, negli ultimi due anni l’Italia ha liberato sei esemplari, grazie a progetti di reintroduzione e collaborazioni internazionali

Le linci tornano sulle Alpi italiane: un ritorno dopo oltre un secolo

Per secoli, le linci hanno abitato le montagne europee, comprese le Alpi. Tuttavia, la caccia intensiva dell’Ottocento ha portato quasi all’estinzione di questi grandi felini sul continente, lasciando sopravvivere popolazioni solo nei Carpazi, nei Balcani e in alcune foreste scandinave. Oggi, grazie a progetti di conservazione, si cerca di riportarle in natura, anche nelle Alpi italiane.

Il 27 settembre del 2024, una giovane lince di nome Luna è stata liberata nella foresta di Tarvisio, in provincia di Udine, una zona ricca di boschi all’estremo nord-est del Paese. Luna è stata la sesta lince reintrodotta in Italia negli ultimi due anni.

Attualmente, nel nostro territorio non esiste una popolazione autonoma di linci. Tuttavia, considerando le piccole comunità presenti in Svizzera, Slovenia, Austria e Francia, si stima che sulle Alpi vivano circa 250 individui.

Le linci sono animali di taglia media, simili a grossi cani, con pesi variabili tra i 14 chili delle femmine e i 28 chili dei maschi. La loro pelliccia maculata e la coda corta, di 10-30 cm con punta nera, le rendono riconoscibili. Sono predatori notturni che cacciano principalmente caprioli, camosci e lepri e conducono una vita solitaria. Nonostante la loro presenza sulle Alpi, sono estremamente elusive e difficili da avvistare, persino più di orsi e lupi.

La reintroduzione di Luna è stata realizzata dal progetto ULyCA2 (Urgent Lynx Conservation Action 2), una collaborazione tra il gruppo di ricerca Progetto Lince Italia e i carabinieri forestali. Il programma fa parte di un’iniziativa europea più ampia, LIFE Lynx, attiva tra il 2017 e il 2024 per la conservazione delle linci nelle Alpi sudorientali.

Le precedenti cinque linci liberate tra il 2023 e il 2024 hanno avuto esiti diversi: solo un maschio è rimasto nella zona di Tarvisio, due femmine hanno stabilito il loro territorio in Slovenia, e altre due si sono spostate in Austria, con una tragica perdita per bracconaggio. L’arrivo di Luna mira a permettere a un maschio già presente nella zona, Flori, di accoppiarsi, dato che dopo gli spostamenti delle linci del 2023 non rimanevano femmine nel bosco.

Per garantire che Luna potesse vivere in natura invece che in cattività, è stata allevata in un settore speciale di un bioparco tedesco a Hütscheroda. Se l’adattamento avrà successo, quest’anno potrebbe nascere la sua prima cucciolata.

Le prime iniziative di reintroduzione alpina risalgono agli anni ’70, con individui provenienti dai Carpazi. Mentre in Svizzera e Slovenia alcune popolazioni hanno avuto successo, i tentativi in Italia, Austria, Francia e Germania non hanno prodotto gli stessi risultati.

Oggi, le linci svizzere si espandono anche in Francia, mentre in Slovenia la caccia ha indebolito il patrimonio genetico, rendendo necessarie nuove immissioni di individui da altre regioni. Le linci sono particolarmente sensibili alla frammentazione del territorio causata da strade e infrastrutture, a differenza dei lupi, che non si sono mai estinti in Italia e hanno potuto espandersi naturalmente sulle Alpi.

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