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Omicidio Poggi
28 Ottobre 2025 - 14:00
Nel corso delle indagini sul delitto di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007 a Garlasco, un particolare strumento di difesa personale torna al centro dell’attenzione: il Baby Tonfa. Secondo la professoressa Luisa Regimenti, docente di Medicina Legale all’Università di Roma Tor Vergata, questo piccolo oggetto potrebbe essere compatibile con una ferita rilevata sulla tempia della vittima durante l’autopsia condotta dall’anatomopatologa Cristina Cattaneo, consulente della procura.
Il Baby Tonfa è un’arma di autodifesa di piccole dimensioni, simile a un portachiavi, spesso in plastica, diffusa tra i praticanti di Krav Maga, disciplina marziale seguita dall’indagato Andrea Sempio. Regimenti sottolinea che, se il taglio sulle palpebre di Chiara Poggi è stato probabilmente inflitto con una lama molto affilata, la lesione temporale presenta caratteristiche tondeggianti e poco profonde che corrisponderebbero perfettamente alla forma del Baby Tonfa.
«Dopo aver studiato attentamente le caratteristiche della ferita e le abitudini dell’unico indagato, ho notato che Sempio pratica il Krav Maga e insegna questa disciplina», spiega Regimenti.
Nato negli anni Trenta per difendere le comunità ebraiche dalle aggressioni antisemite, il Krav Maga è un sistema di combattimento rapido ed efficace, mirato ai punti vulnerabili dell’avversario. Secondo Regimenti, la forma appuntita e tondeggiante del Baby Tonfa coincide perfettamente con la ferita sulla tempia di Chiara Poggi.
Il Baby Tonfa è una versione moderna del kubotan, originario di Israele, di solito venduto legalmente anche online e non soggetto a restrizioni secondo il TULPS. Il possesso e l’uso in Italia sono quindi leciti, e viene promosso tra gli strumenti di autodifesa nel Krav Maga.
Il consulente della difesa di Sempio, Armando Palmegiani, ha evidenziato che le misurazioni antropometriche dell’indagato potrebbero risultare poco significative. Sempio, oggi 37enne, all’epoca del delitto aveva 19 anni, e la sua corporatura potrebbe essere cambiata nel tempo. Inoltre, secondo l’avvocato, Sempio non praticava Krav Maga nel 2007, il che rende complicata qualsiasi correlazione diretta.
Le rilevazioni antropometriche sembrano finalizzate a collocare la figura di Sempio sulla scena del crimine, in particolare rispetto alla posizione del corpo e alle tracce di sangue rinvenute, come l’impronta palmare numero 33. Tuttavia, secondo Palmegiani, la prova non sarebbe sufficiente a stabilire con certezza l’attribuzione delle tracce.
Come sottolinea l’esperto, le misurazioni di una persona nella media non possono fornire risultati definitivi senza dati estremi. Rimane quindi da vedere quale ruolo effettivo avranno queste analisi nel procedimento, mentre il deposito di una parte della consulenza dell’antropologa Cattaneo è previsto a breve.
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