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30 Ottobre 2025 - 07:50
È stato raggiunto l’accordo per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro Domestico, che riguarda oltre 817 mila lavoratrici e lavoratori tra colf, badanti e assistenti familiari.
L’intesa è stata firmata da Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs, Federcolf e dalle associazioni dei datori di lavoro Fidaldo e Domina.
Secondo i sindacati, l’accordo rappresenta “un passo avanti importante nel riconoscimento del valore sociale e professionale di chi lavora nel settore domestico”, un comparto fondamentale per la cura di anziani, bambini e famiglie, ma spesso poco visibile.
Il nuovo contratto partirà dal 1° novembre 2025 e prevede un aumento dei minimi retributivi pari a 100 euro lordi al mese per il livello medio BS.
A questa cifra si aggiunge il recupero del costo della vita, con 135,75 euro derivanti dall’adeguamento Istat relativo al periodo 2021-2025.
Nel complesso, le retribuzioni minime potranno crescere di oltre 230 euro mensili.
Inoltre, la rivalutazione annuale dei minimi passerà dall’80% al 90% dell’indice Istat.
Il contratto introduce nuovi strumenti di tutela per la genitorialità e per chi assiste familiari con disabilità gravi.
Per la prima volta, il personale domestico potrà beneficiare di permessi retribuiti per assistere familiari disabili, estendendo diritti finora esclusi dalla Legge 104/92.
Anche la formazione professionale viene rafforzata: il contributo per i corsi certificati di Ebincolf passa da 11 a 30 euro, valorizzando le competenze e la qualificazione del personale.
“La firma del rinnovo rappresenta un riconoscimento sociale importante per un settore essenziale nella vita di milioni di famiglie italiane”, ha commentato Daniela Fumarola, segretaria generale della Cisl.
Secondo Fumarola, il nuovo contratto “rafforza il valore del contratto collettivo come strumento di inclusione, equità e progresso sociale, riconoscendo il ruolo centrale delle lavoratrici e dei lavoratori della cura”.
Dal prossimo 1° novembre 2025, la spesa mensile per le famiglie datrici di lavoro potrà aumentare di oltre 230 euro, tenendo conto dei nuovi minimi, dell’adeguamento Istat e dei contributi previdenziali aggiuntivi.
Tuttavia, resteranno in vigore alcune agevolazioni fiscali utili ad alleggerire i costi:
Detrazione fino a 1.549,37 euro l’anno per le spese di colf e badanti;
Deduzione dei contributi fino a 1.549 euro per lavoratore;
Bonus baby sitter e crediti contributivi per l’assistenza agli anziani, previsti nella prossima Legge di Bilancio.
Questi strumenti fiscali serviranno a ridurre l’impatto economico sulle famiglie che impiegano personale domestico.
Secondo Andrea Zini, presidente di Assindatcolf e della Federazione Fidaldo, l’accordo è stato costruito per garantire un impatto contenuto, con aumenti scaglionati in tre anni e un rafforzamento delle tutele personali.
Tra le principali novità:
Estensione del divieto di licenziamento durante maternità e paternità;
Quattro mesi di maternità facoltativa;
Permessi retribuiti per malattia grave.
Misure che migliorano la conciliazione tra lavoro e vita privata e rafforzano la sicurezza dei lavoratori domestici nei momenti più delicati.
Insieme al contratto è stata sottoscritta una dichiarazione congiunta tra sindacati e associazioni datoriali per potenziare il sistema della bilateralità.
L’obiettivo, spiega Zini, è quello di trasferire parte dei costi sugli enti bilaterali, così da non gravare solo sui datori di lavoro e rendere più equa la distribuzione dei diritti e degli oneri.
Questo progetto mira a rendere più accessibili e concreti i diritti dei lavoratori del settore domestico.
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