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14 Novembre 2025 - 22:20
La XVI edizione dell’Atlante dell’Infanzia (a rischio) in Italia, intitolata “Senza Filtri”, offre uno sguardo approfondito sull’adolescenza contemporanea, evidenziando le sfide legate all’iperconnessione, all’isolamento e alle disuguaglianze sociali. Ne emerge un ritratto complesso: ragazzi e ragazze immersi in una vita “onlife”, alla ricerca di ascolto e momenti di condivisione, ma spesso esposti a rischi di fragilità emotiva.
L’uso dell’Intelligenza Artificiale (IA) tra gli adolescenti è ormai capillare: oltre il 92% dei giovani tra i 15 e i 19 anni si serve di strumenti come ChatGPT, Claude e Dixit. Il 41,8% li ha utilizzati per ricevere supporto emotivo nei momenti di tristezza o ansia, mentre più del 42% li ha consultati per orientarsi in decisioni importanti. L’IA diventa così un alleato costante, sempre disponibile e non giudicante, ma questo non sostituisce la necessità di interventi per il benessere psicologico.
Nonostante la tecnologia, meno della metà degli adolescenti italiani (49,6%) dichiara di godere di un buon equilibrio psicologico. Il divario di genere è significativo: solo il 34% delle ragazze mostra un buon benessere emotivo, contro il 66% dei ragazzi. Quasi uno su dieci si è volontariamente isolato per problemi emotivi, mentre il 12% ha assunto psicofarmaci senza prescrizione.
L’Atlante mette in luce anche le difficoltà economiche e sociali: oltre un adolescente su quattro tra 11 e 15 anni (26,1%) è a rischio povertà o esclusione sociale, con differenze marcate tra Nord (15,2%), Centro (24,1%) e Sud Italia (41,9%). La povertà alimentare interessa il 5,2% dei 12-15enni, mentre l’8,2% dei minori di 16 anni vive in povertà energetica. Inoltre, il 43% delle famiglie con figli tra 11 e 15 anni abita in case sovraffollate.
Le relazioni dei giovani si sviluppano sempre più in contesti digitali: se da un lato oltre l’80% apprezza il rapporto con gli amici e il 77% quello con i genitori, dall’altro emergono nuove vulnerabilità. Il 13% presenta un uso problematico di internet, il 38% pratica il “phubbing” e il 27% sperimenta ansia quando non ha il telefono a portata di mano. Crescono anche i casi di cyberbullismo: il 47,1% dei 15-19enni è stato vittima, con quasi il 20% che ha subito offese ripetute in un mese. Tra gli studenti stranieri, le vittime ripetute sono più numerose (26,8% contro 20,4%). Anche le relazioni intime si spostano online: il 30% ha praticato ghosting, il 37% dei 15-19enni visita siti porno per adulti e l’8,2% utilizza app di incontri.
Raffaela Milano, Direttrice del Polo Ricerche di Save the Children, sottolinea: «L’Atlante fotografa le molteplici adolescenze italiane, segnate dall’emergenza Covid e dall’uso intensivo di internet, ma anche dalla ricerca di nuovi spazi di protagonismo».
L’organizzazione opera in 27 Punti Luce in 15 regioni, con programmi per contrastare la povertà educativa e favorire l’inclusione. Attraverso l’iniziativa “Qui, un quartiere per crescere”, cinque aree urbane (Roma, Palermo, Napoli, Prato e Torino) diventano laboratori di crescita per bambini e adolescenti.
Il Movimento Giovani per Save the Children coinvolge ragazzi tra i 14 e i 25 anni in progetti peer-to-peer, come “I Support My Friend”, per sostenere coetanei in difficoltà, mentre laboratori artistici come quello del Liceo Artistico di via Ripetta a Roma testimoniano la creatività dei giovani e il lavoro diretto con loro.
La XVI edizione dell’Atlante sottolinea la necessità di politiche dedicate, spazi di socialità e percorsi educativi guidati da adulti consapevoli, per garantire che l’adolescenza italiana diventi un periodo di crescita sicura e di benessere emotivo, anche nell’era digitale.
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