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17 Novembre 2025 - 23:40
Il Dipartimento della Salute dello Stato di Washington ha confermato che un uomo è risultato positivo al virus dell’influenza aviaria H5N5, un sottotipo mai identificato prima in un essere umano. Il paziente, un uomo anziano residente nella contea di Grays Harbor, è ricoverato in ospedale dall’inizio di novembre. Sebbene soffra di patologie pregresse, non sono ancora disponibili dettagli sul suo reale stato di salute.
Le autorità sanitarie statunitensi ritengono che il rischio per la popolazione sia basso, ma la scoperta che questo ceppo può trasmettersi dagli uccelli all’uomo rappresenta un fatto significativo. Il virologo Robert Redfield, ex direttore dei CDC, sottolinea che una pandemia di influenza aviaria non è questione di “se”, ma di “quando”, con possibili conseguenze gravi.
H5N5 vs H5N1: le differenze tra i ceppi
Quando si parla di influenza aviaria, il ceppo più noto è l’H5N1, responsabile dal 2020 di vaste epidemie tra uccelli selvatici e allevati. La diffusione del virus ha causato la morte di centinaia di milioni di esemplari, compromettendo anche anni di programmi di conservazione delle specie. Questo virus può infettare l’uomo fin dalla fine degli anni ’90, ma la trasmissione tra persone non è mai stata confermata; la trasmissione zoonotica, invece, è documentata, ad esempio da volatili o bovini.
L’H5N1 ha finora provocato circa settanta casi confermati negli USA, soprattutto tra allevatori, con sintomi generalmente lievi. È stata registrata la morte di un individuo fragile all’inizio dell’anno. Nel caso della contea di Grays Harbor, l’uomo infetto viveva con polli che avevano contatti con uccelli selvatici, ritenuti la fonte più probabile di contagio.
I virus influenzali di tipo A vengono classificati in sottotipi in base a due proteine di superficie: l’emoagglutinina (H), 16 varianti conosciute, e la neuraminidasi (N), 9 varianti. Dalla combinazione di queste proteine derivano diversi sottotipi, alcuni dei quali più pericolosi per l’uomo. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, le epidemie altamente patogene tra gli uccelli sono sempre state causate dai sottotipi H5 e H7, mentre altri sottotipi come H9 sono a bassa patogenicità. L’H5N5 finora era stato osservato solo negli animali.
Cosa sappiamo sulla pericolosità dell’H5N5
Al momento non è chiara la virulenza dell’H5N5 negli esseri umani, ma gli esperti ritengono che il comportamento del virus sia simile a quello dell’H5N1. Richard Webby, virologo del St. Jude Children’s Research Hospital, spiega che si tratta di ceppi paragonabili a “diverse marche di pneumatici: la funzione è la stessa, ma alcune varianti reagiscono meglio a determinate condizioni”.
Le autorità confermano che il rischio di trasmissione da uomo a uomo è estremamente basso, ma sorvegliare il virus è fondamentale, poiché l’H5N5 ha già dimostrato la capacità di compiere lo spillover dagli uccelli all’uomo. Una mutazione che ne permetta la diffusione interumana rimane un’eventualità remota, al pari di quanto osservato finora per l’H5N1.
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