Cerca

Il fatto

Meta sotto accusa: l’Antitrust blocca temporaneamente le condizioni di WhatsApp

L’Autorità italiana contesta l’integrazione privilegiata di Meta AI nella piattaforma, mentre l’azienda annuncia ricorso definendo la decisione “infondata”

Meta sotto accusa: l’Antitrust blocca temporaneamente le condizioni di WhatsApp

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha adottato una misura cautelare nei confronti di Meta, a seguito dell’istruttoria avviata lo scorso luglio per presunto abuso di posizione dominante. Secondo l’Antitrust, l’integrazione di Meta AI all’interno di WhatsApp avrebbe posto il servizio in una posizione privilegiata rispetto ai concorrenti nel mercato dei Chatbot AI. Le nuove condizioni contrattuali dei WhatsApp Business Solution Terms, introdotte il 15 ottobre e pienamente operative dal 15 gennaio 2026, rischierebbero di escludere le aziende concorrenti dalla piattaforma.

Meta, dal canto suo, contesta la decisione definendola “infonddata” e annuncia ricorso.

La posizione dell’Antitrust

Nella comunicazione ufficiale, l’Autorità spiega che le misure cautelari sono state adottate ai sensi dell’articolo 14-bis della legge n. 287/1990, dopo l’esame delle memorie scritte e l’audizione delle parti coinvolte.

L’Autorità sottolinea che la condotta di Meta potrebbe limitare la concorrenza, riducendo le opportunità di sviluppo tecnico e commerciale nel settore dei Chatbot AI, con potenziali danni ai consumatori e al mercato stesso. Di conseguenza, è stata disposta la sospensione immediata delle nuove condizioni contrattuali, così da garantire l’accesso alla piattaforma anche ai servizi concorrenti di Meta AI.

Inoltre, l’Antitrust italiana collabora con la Commissione Europea per affrontare la questione in maniera coordinata e più efficace.

La replica di Meta

Un portavoce di Meta ha dichiarato:

“La decisione dell’Autorità è infondata. L’uso dei chatbot AI sulle nostre Business API ha creato pressioni sui sistemi, non progettati per questo tipo di attività. L’Autorità sembra considerare WhatsApp come un app store, mentre le imprese di IA accedono al mercato attraverso app store, siti web e partnership. Faremo ricorso”.

Contesto e sviluppi futuri

L’istruttoria, iniziata a luglio 2025, era stata ampliata il 25 novembre con l’avvio del sub-procedimento cautelare, focalizzato sull’impatto delle nuove condizioni contrattuali.

La vicenda si inserisce nel più ampio dibattito sull’equilibrio tra grandi piattaforme tecnologiche e concorrenza nei servizi di intelligenza artificiale, mentre l’Europa intensifica il controllo sulle pratiche delle Big Tech.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.