Si è offerto di portare a casa, dopo la lezione di nuoto, una sua ex allieva di 13 anni. In casa di lei, che si fidava del suo ex istruttore, lui, con la scusa di mostrarle degli esercizi di ginnastica, si è toccato e poi ha abusato della fanciulla.
L’uomo era imputato a un processo che si è concluso con una condanna a sei anni e sei mesi di reclusione a suo carico. Il giudice ha accolto la richiesta della pm Lisa Bergamasco, che ha svolto l’indagine.
L’uomo era incensurato e ha sempre negato del tutto l’addebito, come se non fosse mai successo niente. Invece gli inquirenti, dopo mesi di indagine, avevano ricostruito, passo dopo passo, la dinamica dell’evento, partendo dalla testimonianza della vittima. L’istruttore di nuoto lavorava in un impianto nella cintura di Torino da alcuni anni: conosceva da tempo la tredicenne, che in passato era stata una sua allieva. Poi la ragazzina aveva cambiato istruttore, ma era rimasta nella stessa piscina. Il suo ex maestro la vedeva regolarmente, a bordo vasca, o nella zona spogliatoi, o fuori dalla struttura, dove, prima del Covid, clienti e maestri spesso si fermavano a chiacchierare.
Un pomeriggio, dopo la lezione, quando la ragazzina era uscita dalla piscina, mentre camminava sulla strada in direzione di casa sua, le si era accostato in auto il suo ex istruttore. «Ciao, vuoi un passaggio a casa?», le aveva chiesto. E lei, che quell’uomo lo conosceva da tanti anni, si era subito fidata, accettando.
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Quando erano arrivati sotto casa della ragazzina, l’uomo aveva iniziato a parlare di esercizi di ginnastica e allungamento esponenziale. «Se vuoi ti faccio vedere come si fa», aveva detto. E così la ragazzina aveva fatto salire l’istruttore a casa. «Mi ha mostrato degli esercizi, poi ha iniziato a toccarsi», aveva detto la ragazzina. Poi c’era stata la violenza. L’istruttore ha sempre negato ogni addebito, persino la permanenza in casa della fanciulla. Oltre alla condanna a sei anni di reclusione, all’istruttore è stata inflitta l’interdittiva di non svolgere più mestieri a contatto con minorenni. Si tratta del primo grado di giudizio: anche quest’ultima misura sarà confermata se la sentenza diventerà definitiva.
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