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10 Aprile 2021 - 08:12
Chiuse per motivi di sicurezza e mai più riaperte. Se il Comune di Torino studia nuove ciclabili (corso Grosseto, via Gorizia, corso Svizzera) i cittadini fanno i conti con quelle abbandonate o dimenticate. Due casi su tutti: la ciclabile sul lungo Dora Agrigento e la Baden Powell dietro l’Amedeo di Savoia. La pista che costeggia lo Steiner, chiusa ormai dal 2012 a causa del via vai dei tossici, si è trasformata, giorno dopo giorno, in un’immensa giungla. Basta transitare su via Cigna o su piazza Borgo Dora, e buttare un occhio oltre la cancellata, per vedere come le piante siano cresciute a dismisura. Diventando un ostacolo al passaggio degli esseri umani. I residenti chiedono un intervengo di pulizia e una disinfestazione dell’area, in balia delle erbacce. «È ridotta in uno stato pietoso» protestano gli autori della segnalazione.
Riaprirla è possibile, ma non sarà semplice. «Ci stiamo lavorando con qualche associazione del territorio - spiega il presidente della Circoscrizione 7, Luca Deri -, ma è complesso». Il rischio è facile da immaginare. Senza controlli tornerebbe tutto come prima nel giro di pochi giorni. Ancora in attesa di un intervento di ripristino è la vicina ciclabile di corso Svizzera “Baden-Powell”. «Auspichiamo per il futuro un collegamento della ciclabile Paracchi con la Baden Powell - dichiara il presidente della Circoscrizione 4, Claudio Cerrato - sperando che possa venire riaperta al più presto». Al momento il cancello è ancora chiuso e nell’area verde antistante compaiono numerose siringhe. La staccionata, inoltre, è stata devastata dal maltempo. «Quella pista - conclude Cerrato -, va rifatta e videosorvegliata».
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