Un agguato, progettato con cura per «dare una lezione». In
viale dei Mughetti, al civico 15, c’è un “baretto” accanto a un piccolo market. Un uomo fuma distratto la sigaretta dopo il caffé. «Certo che conosco
Di Bari - dice -, qui alle
Vallette lo conoscono tutti. E lo conoscete anche voi giornalisti».
Vincenzo Di Bari, 41 anni, un recente passato da rapinatore, appare come uno dei superstiti di una mala che non c’è più e lui, che non è troppo in là con l’età, forse non l’ha mai conosciuta per davvero. Giovedì sera, poco prima di mezzanotte, qualcuno lo ha atteso e gli ha sparato contro alcuni colpi di rivoltella. Il pregiudicato è stato colpito da un proiettile al gluteo ed è stato portato in ambulanza al
San Giovanni Bosco dove, ieri mattina, ha subìto un delicato intervento chirurgico.
Di Bari, spiegano dall’ospedale, è fuori pericolo.
«Non lo volevano uccidere - continua l’uomo mentre aspira la sigaretta, ormai ridotta ad un mozzicone -, altrimenti lo avrebbero ammazzato». Uno, forse due uomini lo hanno atteso in strada e hanno esploso più colpi, crivellando un’auto che era parcheggiata e dietro la quale
Di Bari avrebbe cercato di mettersi al riparo. Un colpo è andato a segno, i sicari potevano finire il rivale, ma hanno rinunciato e se ne sarebbero andati senza neppure correre. Indaga la squadra mobile della polizia e il dirigente
Luigi Mitola preferisce, almeno per il momento, non spendere troppe parole: «Stiamo indagando», e la chiude lì.
L’uomo al bar si è acceso un’altra sigaretta e osserva una volante della polizia che pattuglia la zona: «Sicuramente
Di Bari sa perché gli hanno sparato. Non credo si sia trattato di un errore». Faccende di mala, refurtiva sparita, droga non pagata, debiti non saldati, piste che la polizia segue, ma ne emerge una che, forse più delle altre, potrebbe portare alla verità. «C’è stato un pestaggio qualche tempo fa - spiega un uomo, non quello con la sigaretta -, hanno picchiato qualcuno delle “torri” delle
Vallette. Dicono che
Di Bari abbia avuto un ruolo...». Vicende di basso profilo criminale, si potrebbe pensare e forse è così. Ciononostante, c’è sempre chi arma la pistola e poi spara al rivale.
Un quartiere, quello delle
Vallette, dove pestaggi, furti e spaccio sono all’ordine del giorno, E se poi qualcuno sgarra, «mica si va dall’avvocato... », chiosa l’uomo della sigaretta. Ci si fa giustizia da soli, e così la giustizia si trasforma in vendetta.
Di Bari era stato arrestato nel gennaio del 2016 dopo una serie di rapine, violente e a mano armata, ai danni di alcune aree di servizio e di un’agenzia bancaria di
Avigliana. Con lui finì in carcere un complice, di dieci anni più vecchio. Per mesi avevano colpito impunemente gli autogrill della tangenziale, da
Santena alla
Falchera, erano sempre riusciti a sfuggire alla caccia dei poliziotti a bordo di una vecchia
Fiat Ritmo di colore viola.
Fu proprio grazie all’auto, intestata al nonno di uno dei due, che gli investigatori riuscirono a individuare i banditi e ad arrestarli. Tutto sommato
Di Bari se la cavò abbastanza bene, perché gli furono concessi i domiciliari. Era a piede libero da tempo e viveva alle
Vallette, il suo quartiere. Non ha più avuto problemi con la giustizia «e sembrava anche che le cose gli andassero bene», dice l’uomo al bar mentre spegne la seconda sigaretta.
L'altro episodio in Barriera Milano
La conoscevano bene e hanno aspettato di vederla da sola per metterle paura. Per
Verangela Marino, esponente di
Fratelli d’Italia in Circoscrizione 6, quello che doveva essere un tranquillo pomeriggio di volantinaggio al banchetto di
via Sesia angolo
corso Palermo, a favore di
Enzo Liardo, candidato alle elezioni comunali, si è trasformato in un incubo. Gli spacciatori che colonizzano da tempo la zona l’hanno aggredita mentre si trovava ancora dentro alla sua auto. Ad attirarli, intorno alle 16, potrebbero essere state proprio le bandiere di
Fratelli d’Italia. La donna non ha fatto nemmeno in tempo a scendere dal veicolo: alcuni africani l'hanno aggredita con pugni e calci, provocandole lividi al volto, graffi profondi ed escoriazioni alle spalle e alle braccia.
Il gruppo, ha prima tentato di estrarla dall'auto in cui era seduta e poi l'ha malmenata, colpendo anche l'uomo che era accanto a lei. Il tutto al grido di «non vogliamo le telecamere». Verangela ha fatto giusto in tempo a chiamare le forze dell’ordine. La donna è stata poi portata al al pronto soccorso del
San Giovanni Bosco per accertamenti. «Episodi di questo genere sono gravissimi e inaccettabili - dichiarano la parlamentare di
Fratelli d’Italia Augusta Montaruli, l'assessore
Maurizio Marrone, l'esponente di
Fdi Enzo Liardo e il capogruppo in
Circoscrizione 6 Valerio Lomanto -. A
Marino esprimiamo tutta la nostra solidarietà e ci auguriamo che altrettanto facciano tutte le forze politiche. In
Barriera di Milano la situazione è ormai fuori controllo, con una presenza costante e radicata di una criminalità pericolosa e che vorrebbe gestire il territorio come una zona franca. Evidentemente a questi personaggi hanno dato fastidio le iniziative per la sicurezza e contro lo spaccio».
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Due degli aggressori sarebbero stati già fermati e identificati dalle forze dell'ordine. Sempre per motivi legati alla sicurezza, si è tenuto giovedì sera un presidio di comitati di
Barriera di Milano in
largo Giulio Cesare. Un centinaio di persone hanno occupato la piazza insieme ad alcuni rappresentanti di
Torino Tricolore. «Questo quartiere sta diventando uno dei ritrovi più frequentati dai pusher» ha denunciato
Matteo Rossino, portavoce di
Torino Tricolore.