l'editoriale
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03 Luglio 2021 - 08:15
L’ultimo vile atto è avvenuto la scorsa settimana. Dei ladri sono entrati e hanno rubato le sdraio del cortile e poi se la sono presa con i tavoli dove mangiano i bambini, rompendoli. Ma in passato, di spiacevoli episodi alla scuola media Nosengo di via De Stefanis 20, nel quartiere Barriera Lanzo, ne erano successi parecchi. Il plesso, che ospita 12 classi e fa parte dell’istituto comprensivo Parri-Vian di strada Lanzo, è infatti sotto attacco da diverso tempo, tra furti e altri raid vandalici.
Cose che succedono, purtroppo, in tanti altri edifici scolastici della città, che evidentemente fanno sempre gola ai malviventi. Tuttavia, il susseguirsi di questi episodi nella media di Barriera Lanzo ha iniziato a insospettire qualcuno. Primo tra tutti, Stefano Belingardi, che alla Nosengo è da dieci anni insegnante di religione ma è anche il presidente dell’asd TuttixUno, associazione che opera nel quartiere e cerca di dare un’alternativa alla strada a bambini e ragazzi attraverso varie attività, e che ha casa nella scuola di via De Stefanis. L’asd fa corsi d’italiano per gli stranieri, ma anche canto, musicoterapia, smart cooking, scrittura creativa, teatro, chitarra. E poi volley, calcio e baby dance.
Eppure, forse a qualcuno tutto questo non piace. «Il primo giorno di estate ragazzi - ricorda il prof - ci siamo ritrovati una trentina di bottiglie rotte all’ingresso, davanti al cancello. In un’altra situazione ci hanno tirato delle bottiglie di birra e delle pietre, rompendo i vetri». E non è finita, perché a causa di un raid la palestra della scuola è stata chiusa per un paio di mesi. Insomma, gli indizi per fare una prova forse ci sarebbero già.
Ma come mai tutto quest’odio? Per Belingardi, l’associazione ha dato fastidio a qualcuno. «Dall’inizio delle nostre attività ci siamo fatti un po’ di nemici tra la microcriminalità di zona, per cui - sostiene il prof - qualcuno vuole farcela pagare». Anche Belingardi ha ricevuto delle minacce. «Ho segnalato lo spaccio di droga nei pressi di una fermata dei mezzi pubblici, e mi hanno minacciato». Ma il prof non ha paura: «Noi andiamo avanti. Abbiamo già 400 associati e 100 bambini nell’estate ragazzi, più una dozzina di campi estivi per 60 ragazzi. Non saranno questi atti intimidatori a fermarci».
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