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Aree pedonali in città: la “rivoluzione dolce” divide le circoscrizioni

area pedonale generica gn

Da Borgo Dora a San Salvario, dal centro a Vanchiglia fino a San Donato. Nell’ultimo anno e mezzo di mandato, la giunta Appendino ha accelerato sulle pedonalizzazioni, cambiando il volto di Torino in nome della “rivoluzione dolce”. I favorevoli hanno accettato dicendo che i quartieri si riprendevano gli spazi. I contrari hanno bollato i Cinque Stelle come nemici delle auto. Provando a tracciare un bilancio, ci sono state scelte più o meno buone.

A Borgo Dora, per esempio, è guerra tra comitati per la pedonalizzazione nell’area del Balon. La querelle è finita pure in Comune ma Luca Deri, presidente della Sette, difende la scelta: «La pedonalizzazione - afferma - sta funzionando, forse c’è da migliorare in fatto di arredi». Sospeso, invece, il giudizio su largo Montebello, a Vanchiglia, dove ha già fatto discutere l’asfalto a pois. «E’ ancora presto per valutarla - afferma Deri - perché è stata fatta da poco. L’obiettivo è creare un contesto favorevole ai residenti e ridurre il traffico a Vanchiglia, ma aspettiamo qualche mese a dare giudizi. L’asfalto a pois? Va bene davanti alle scuole - conclude -, magari si potevano mettere delle lose e rialzare il manto stradale».

Il quartiere che si è visto arrivare una pioggia di pedonalizzazioni è San Salvario. Dove i posteggi, già rari da anni, si sono ridotti ancora di più con l’ok all’ampliamento dei dehors, nel borgo per eccellenza della movida. Davide Ricca, presidente della circoscrizione Otto, è soddisfatto a metà. «Le ricadute positive - spiega - le abbiamo viste nelle vie dove hanno sede circoli ed associazioni. Ad esempio in via Principe Tommaso dove la scuola Bay e il circolo Arci sud organizzano attività, e lo stesso si può dire per via Lombroso dove c’è Asai o in via Morgari di fronte alla Casa del quartiere». Dove invece le cose non sono andate bene - e lo si è visto con la petizione che ha raccolto circa mille firme - è in corso Marconi. «Una pedonalizzazione fatta in un periodo sbagliato - sostiene Ricca - perché bisognava avviarla in una situazione di normalità, non l’anno scorso con la pandemia. E a differenza dei casi precedenti, non ci sono realtà che possano organizzare iniziative. Ma questo succede quando le decisioni vengono calate dall’alto, senza il confronto col territorio». Un altro flop è la pedonalizzazione davanti al Polo del ‘900, con lo stop alle auto nell’ultimo tratto di via del Carmine e in piazzetta Antonicelli. Il quartiere ha già raccolto e consegnato in Comune 330 firme, e anche la circoscrizione Uno boccia la sperimentazione: «L’assessora Leon aveva promesso l’arrivo di numerose attività nella piazzetta - così il presidente Massimo Guerrini - e invece non abbiamo visto niente. Questa pedonalizzazione è stata un fallimento. Ho scritto al Comune di fare dietrofront, attendo ancora una risposta». Nella Quattro, c’è invece il caso di via Durandi, pedonale davanti a Piazza dei Mestieri ma criticata dagli stessi consiglieri Cinque Stelle del centro civico. Perplesso anche il presidente Claudio Cerrato. «La pedonalizzazione è stata confermata - afferma - e questo ci ha spiazzati. Era una decisione che avrebbe dovuto prendere, con più calma, la prossima giunta».

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