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21 Agosto 2021 - 06:38
Una palude verde maleodorante è approdata sulle rive dei Murazzi. Proprio lì di fronte alle arcate che da qui a pochi mesi dovrebbero ospitare nuovi locali e ristoranti alla moda. La passeggiata è deserta, anche perché il fetore emanato dalle alghe e i rifiuti di plastica e vetro, che ricoprono tutto il tratto compreso da piazza Vittorio al Valentino, è davvero insopportabile. Lo sa bene chi lavora nell’unico ristorante aperto, il nippo-brasiliano Bomaki.
«C’è una puzza di fogna insopportabile e neppure un turista» fa notare Simone, dipendente del ristorante, indicando lo strato di fanghiglia verde proprio davanti al dehor. Non certo un bello spettacolo per i clienti, tanto meno per i turisti che in questi giorni visitano la città. Sabine, arrivata dall’Olanda, per rinfrescarsi ha pensato bene di mettere i piedi a mollo nell’acqua putrida. «C’è molta sporcizia ma ho troppo caldo» dice la turista coraggiosa, l’unica presente ai Murazzi in tarda mattinata. Sullo strato melmoso sono appoggiate numerose bottiglie di acqua e birra, lattine, sacchetti della spesa e perfino dei guanti. Un inquinamento ambientale con cui deve fare i conti anche la fauna fluviale, come le anatre costrette a nuotare nell’immondizia gettata nell’acqua dagli incivili. Tutti quelli che passano sui ponti della Gran Madre e di corso Vittorio guardano con ribrezzo il “fiume-stagno”. Le alghe infatti sono ben visibili anche a distanza. «E’ un vero schifo, non so cosa aspettino a ripulire il Po da questa poltiglia giallastra» si lamenta Paolo, affacciato alla ringhiera con aria inorridita.
Dall’Arpa hanno più volte smentito l’ipotesi “millefoglio”, pianta infestante di origine tropicale che aveva creato molti grattacapi al Comune qualche anno fa. Una magra consolazione per i tanti torinesi che sono rimasti in città e vorrebbero poter godere di un ambiente più decoroso. «Non vado più ad allenarmi ai Murazzi, sono diventati una fogna a cielo aperto» sottolinea Giulia, residente in piazza Vittorio. Con le vacanze poi gli interventi di pulizia latitano e la palude si estende ogni giorno che passa. E il fiume in secca certo non aiuta. Ma dal Comune arrivano finalmente buone notizie.
«La prossima settimana abbiamo previsto un intervento di pulizia» spiega l’assessore all’Ambiente Alberto Unia. Nel frattempo le alghe hanno ricoperto anche altre sponde del Po, sollevando numerose proteste tra i residenti di Vanchiglietta, San Salvario, Lingotto e Cavoretto. La palude infatti è ben visibile dalla passerella di piazza Chiaves e dagli altri ponti cittadini. «Ci auguriamo - attaccano gli abitanti - che le alghe vengano tagliate o che si apra la diga affinché la corrente le porti via».
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