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Incroci “killer”: 1.664 torinesi feriti. Il più pericoloso è in corso Potenza

IncrociKiller
Li chiamiamo “incroci killer” perché, nel 2021, hanno già mietuto 13 vittime. Sono poi 1.664 i torinesi rimasti feriti in incidenti stradali che si sono verificati tra gennaio e settembre. Dall’analisi dei 2.703 sinistri registrati in questo lasso di tempo dalla polizia municipale, si evince che alcuni incroci sono più pericolosi di altri. Maglia nera per corso Potenza, angolo via Val della Torre, dove si sono verificati undici incidenti in pochi mesi. Seguono, con un egual numero di sinistri, corso Vigevano all’angolo con via Cigna e corso Grosseto, nell’intersezione con via Ala di Stura.

Lo stesso numero di incidenti si registra poi in corso Grosseto all’angolo con corso Potenza (8), corso Tazzoli, angolo corso Agnelli, corso Galileo Ferraris, all’altezza di corso Einaudi e in corso Potenza, all’incrocio con corso Regina Margherita.«Non ci sono dei veri e propri “picchi di incidentalità” - spiega il comandante dei vigili Emiliano Bezzon - . Il fenomeno è diffuso e questo per noi non è positivo».

Se un incrocio spiccasse sugli altri per numero di sinistri i civich saprebbero dove intervenire con chiarezza. Invece, un numero considerevole di incidenti (7) si registra anche in corso Peschiera, all’altezza dell’intersezione con corso Trapani e in via Druento, all’incrocio con corso Scirea. «Così è più difficile intervenire con manovre strutturali» si difende Bezzon, che pensa a come poter arginare il fenomeno con strumenti alternativi alla sanzione.

«I dati legati all’incidentalità scendono di anno in anno, ma non scendono mai abbastanza - prosegue il comandante -. Nonostante l’attività sanzionatoria messa in atto quotidianamente, siamo lontani dall’obiettivo di abbattimento della mortalità stradale che ci viene dall’Unione Europea. Per questo dobbiamo pensare a nuove soluzioni per rieducare gli automobilisti». In altre parole, le multe non bastano.

Quiz per i “pirati”

L’idea del comandante dei vigili è quella di sottoporre i pirati della strada a dei questionari sul Codice stradale. «Chi ha preso la patente 40 o 50 anni fa, da allora non ha mai più fatto verifiche - argomenta Bezzon -. Nessuno ha più controllato che quella persona conoscesse le norme stradali o la segnaletica, che nel frattempo è anche cambiata». Non solo i ragazzi, ma anche gli adulti andrebbero “testati” periodicamente. «La polizia stradale quando ferma un automobilista e vede che ha commesso una serie di infrazioni gravi dovrebbe sequestrargli la patente e fargli fare un breve questionario. Un quiz di base sulle norme stradali» ipotizza Bezzon, nel tentativo di prevenire gli incidenti.
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