l'editoriale
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21 Settembre 2021 - 07:54
Tutto è partito da un gioco online molto in voga tra i giovanissimi. Dopo qualche ora di gioco, ecco la “strana” richiesta di un utente: quella di sentirsi in privato. Peccato che quel giocatore fosse, in realtà, un potenziale pedofilo, che ha adescato una bambina di Torino salvata dai genitori prima che le cose peggiorassero. Vittima di questa disavventura è Roberta - nome di fantasia -, che a nove anni è caduta nella rete di un orco dopo aver giocato ad Avakin Life, un videogioco dov’è possibile crearsi una vita parallela, virtuale e fare svariate attività.
Così ha fatto Roberta, e per un po’ si è e divertita. Fino a quando si è imbattuta in un soggetto che le ha chiesto di sentirsi in privato. Da quel momento, sono iniziate le richieste. Domande come «Hai le mutandine?», oppure «Mi fai vedere le tue gambe?». Roberta, ingenuamente, acconsentiva alle richieste del pedofilo che, via via, si sono fatte sempre più insistenti: dall’invio di fotografie nelle quali la bambina era nuda, fino al coinvolgimento del suo fratellino. L’orco, infatti, ha chiesto a Roberta di toccare il fratello nelle parti intime, inviandogli poi lo scatto sul cellulare. Ad un certo punto, la bambina è stata contattata anche da un secondo soggetto che, in privato, le ha chiesto le stesse cose del primo. Dunque, due potenziali pedofili. A fermare il tutto è stata la madre della bambina, che ha preso il telefono e notato le conversazioni con i due soggetti di cui sopra. Così i genitori sono andati a sporgere denuncia dai carabinieri, che ora indagano per violenza sessuale aggravata. Ma non è la prima volta che, partendo dal gioco Avakin Life, accadono brutti episodi. Basta leggere alcune recensioni dove - anche se non mancano i giudizi positivi - diverse ragazze sono state contattate da soggetti che chiedevano loro di spogliarsi, mentre altri utenti sono finiti in discussioni con insulti o allusioni sessuali.
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